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Salviamo la biblioteca "Luigi Tansillo"

Non lasciamola morire
 
Foto di Mimmo Feola
 

Il periodo buio e critico che la nostra Città sta attraversando da lunghi decenni, di cui ancora non si intravede la fine, unitamente alla crisi generale di sistema del Paese intero e del mondo tutto per: la Pandemia\Sindemia che ancora ci attanaglia; le innumerevoli, annose devastanti e sanguinose guerre in tante aree del globo e giunte ora sino ai confini europei; la spada di Damocle del cambiamento climatico, che pende drammaticamente e inesorabilmente sulle nostre teste, mettendo in forse la sopravvivenza stessa del genere umano; rende estremamente arduo e difficile vivere una vita normale, tranquilla e senza patemi, facendola, invece, scivolare sempre più su sentieri di oppressione e angoscia, sfiducia e resa.
Una situazione di grave impotenza che soffoca ogni tentativo di venirne fuori, di fronteggiare o almeno mitigare la triste condizione attuale, ammaliati e invischiati come si è in una società non più reale ma virtuale, in cui tutto si rappresenta, tutto si condivide, tutti si connettono, tutti contano migliaia di “amici”, ma miseramente ognuno rimane solo con se stesso, senza alcun rapporto relazionale, fisico e emozionale, con altri individui.
In cui ognuno vive la propria esistenza in un microcosmo desertificato, come un’isola senza approdi e con limitati spazi vitali, potendo contare, quelli più fortunati, solo sul calore e sulla vicinanza del nucleo familiare e di qualche rara vera amicizia.
Immersi, con triste assuefazione, in una quotidianità monotona e sempre uguale a se stessa, appesantita da gravosi fardelli che alterano e offuscano il senso di appartenenza, di comunità e socialità.
Eppure, la vita in una piccola realtà come Teano, in un ambiente e un paesaggio quasi indenne da alterazioni e sfregi, con un assetto urbanistico pregevole e ricco di storia e documentazioni artistiche e architettoniche, dove dovrebbe essere piacevole e lusinghiero vivere, diventa paradossalmente complicata e snervante.
Alle fosche tinte delle generali e enormi criticità che colpiscono l’Italia tutta, priva di una classe politico dirigente lungimirante e capace, senza progettualità e orizzonti cui tendere, legata solo alla gestione spicciola del presente e del potere, sempre prona agli interessi delle grandi multinazionali, alle lobby economico finanziarie, che si riverberano ingigantite nelle aree più disagiate e povere del nostro Sud, si aggiungono i disagi e le annose questioni mai risolte da una seria, avveduta e funzionale programmazione politico amministrativa locale.
Così si sommano ritardi e manchevolezze, le consuete disfunzioni dei servizi essenziali, le cicliche e ormai abituali emergenze: nella viabilità, nell’approvvigionamento idrico, nella raccolta dei rifiuti, nel trasporto scolastico e ora, in sovrappiù, anche la desertificazione degli uffici comunali, per l’incapacità di programmare un esodo del personale in età pensionabile, noto da tempo a tutti, con l’indizione nei tempi dovuti dei relativi bandi di concorso per ricoprire i posti che di volta in volta si rendevano vacanti. Senza tralasciare il pesantissimo e gravoso “pre-dissesto finanziario” che limiterà per almeno un decennio qualsiasi programmazione dell’Ente.
Il tempo vola veloce e implacabile e non si notano evidenti segnali di cambiamento, tutto rimane uguale e quasi immutabile, stante queste colossali difficoltà e un percorso accidentato da “montagne russe”.
Lo scorrere delle stagioni cronicizza e incancrenisce ferite mai curate che pregiudicano sempre più un corpo ormai debilitato e allo stremo, dove è difficile intervenire anche nel selezionare le priorità, salvaguardando esigenze essenziali e improrogabili.
In questo quadro desolante, alle numerose perdite di importanti e vitali servizi pubblici che sarebbe oltremodo stucchevole ricordare per l’ennesima volta, va aggiunto, e duramente stigmatizzato, la mancanza di strutture essenziali per la qualità della vita cittadina, invocate da decenni e continuamente disattese nella loro realizzazione dalla politica locale.
Elencarle tutte sarebbe un esercizio lungo e sconsolante ma, senza essere minimamente esaustivi, vanno almeno ricordate: la piscina comunale; il palazzetto dello sport; la villa comunale, nonostante la dichiarata volontà degli ultimi vescovi a dare in comodato d’uso l’area verde a ridosso del Seminario; la predisposizione di un’adeguata area mercatale; una serie di aree attrezzate a parcheggi attorno al perimetro del centro storico per liberare quest’ultimo dall’asfissiante circolazione veicolare e sosta incontrollata e ridargli dignità e vivibilità; il completamento e l’apertura dell’Isola Ecologica; la realizzazione del Parco Archeologico; il PUC.
A questo dolente elenco si è aggiunto, da qualche anno anche la chiusura della Biblioteca Comunale Luigi Tansillo, dopo una serie di eventi temporaleschi che hanno causato il crollo di un solaio nell’edificio attiguo, abbandonato da anni, e una serie di infiltrazioni dal tetto che hanno interessato la struttura e le sale adibite alla lettura e consultazione.
Chiusa da circa cinque anni per ragioni di sicurezza pubblica e per avviare i necessari interventi di verifica e ripristino, ad oggi nulla trapela circa la sua sorte, la sua riapertura.
Eppure, era stato indicato unitariamente dalla Amministrazione e dall’UTC, dopo un sopralluogo dell’allora Responsabile Tecnico Ing. Passaretti (Ing. strutturista), il trasferimento temporaneo della biblioteca nei locali comunali dell’ex Circolo dell’Unione, assegnato in uso alla Pro Loco Teano e Borghi, che si era detta favorevole e pronta a collaborare per le attività istituzionali.
Il buio più assoluto è invece calato sulla situazione, che presenta, tra l’altro, aspetti a dir poco sconcertanti, dal momento che non si è riusciti ancora a rintracciare neppure le chiavi dell’edificio, per un sopralluogo tecnico e per il controllo del patrimonio librario.
Patrimonio che presenta, oltre ad una discreta e dignitosa dotazione libraria, un settore dedicato alla Storia Locale, di gran pregio e valore storico e bibliografico, istituito e incrementato grazie ai consigli e alle indicazioni di chi scrive e dell’arch. Vincenzo Lerro, con opere reperite negli anni sul mercato antiquario, grazie ai fondi appositamente inseriti in un capitolo ad hoc del bilancio.
Ora, proprio per la situazione critica e sconsolante descritta, per ovviare all’isolamento e al disagio sociale generato dalla mancanza di luoghi e momenti di aggregazione, dialogo e socialità, sarebbe assolutamente necessario e doveroso attivarsi, senza indugi, per la riapertura della Biblioteca Tansillo, quale primario presidio di cultura, di ricerca, per la promozione dell’istruzione, della conoscenza, dello sviluppo individuale e sociale, per contribuire alla crescita dell’intera comunità, con armonia e stabilità psicologica, innervando e rafforzando i valori civili e democratici che l’odierna società non riesce più a garantire e che scemano sempre più.
Pensando anche all’acquisizione, come già indicato in passato su questo periodico, del palazzo “Mazzoccolo”, splendido edificio del XVI sec. che rappresenterebbe un grande e prezioso investimento per l’Ente, anche in virtù del modesto prezzo attuale, garantendo alla Biblioteca una sede prestigiosa e immediatamente accessibile a tutti, a differenza dell’attuale, con la possibilità di farla divenire il fulcro culturale della Città, con eventi, mostre e convegni, grazie agli enormi e numerosi locali e al magnifico giardino pensile che lo impreziosisce ulteriormente.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 11 Novembre)