L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Rosa Conte
 
 

Dizionario Biografico di Terra di Lavoro nell'età

del Risorgimento, 1799-1918: un volume recente
 

Un libro appena uscito ha attirato la nostra attenzione. Il volume, presentato a più riprese dall’inizio dell’anno (e.g. 27 gennaio 2024, Piedimonte Matese; 8 febbraio 2024, Santa Maria Capua Vetere), è il Dizionario Biografico di Terra di Lavoro nell’età del Risorgimento, 1799-1918, a cura di Olindo Isernia e Nicola Terracciano (Piedimonte Matese, Associazione Storica del Medio Volturno edizioni, 2023, pp. 246 ISBN 978-88-98209-40-8). Il volume è stato realizzato con il sostegno economico della Fondazione Iacometti ETS.
Molti gli studiosi impegnati nella realizzazione di questo prezioso volume, nello specifico: A. Bojano, E. Bove, N. Cardillo, S. Cerbo, F. Corradini, G. de Angelis Curtis, G. De Nitto, G. Desiderio, G. Di Dio, P. Di Lorenzo, B. Donfrancesco, P. Franzese, M. Grauso, G. Ionta, O. Isernia, C. Jadecola, A. Marra, A. Martino, M.G. Masini, G. Mastrostefano, V. Oliviero, R. Palmiero, R. Parrella, C. Pepe, F. Pizzaroni, A. Poerio, G. Riccio, N. Ronga, L. Russo, N. Santacroce, N. Terracciano, G. Valletta, M. Zambardi.
Tra i profili esaminati, si notano alcuni personaggi eminenti tra i quali: Domenico Cimarosa (1749-1801), Alessandro D’Azzia (1744-1834) (1), discendente da una nobile e potente famiglia capuana (2), Ferdinando Palasciano (1815-1891), Salvatore Pizzi (1816-1877), Carlo Poerio (1803-1867), personaggi che ricorrono nella toponomastica corrente (Napoli, Capua etc.), o che hanno dato il nome a istituzioni culturali e civili presenti in Terra di Lavoro.
Di tanto in tanto, fanno capolino figure femminili ma ciò non meraviglia perché le donne sono state considerate a lungo «figlie di», «mogli di», «madri di», quasi mai persone degne di nota o interesse, se considerate singolarmente. Tra le eccezioni, la nobile milanese Cristina Trivulzio di Belgiojoso (1808-1871) che era a Napoli quando scoppiò la sommossa a Milano, e guidò il drappello di duecento volontari napoletani che parteciparono alle Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848); la brigantessa Michelina de Cesare (1841-1868), seviziata, uccisa ed esposta nuda nella piazza centrale di Mignano Montelungo e le tante altre donne «napolitane», ovvero del Regno di Napoli, tutte protagoniste attive di un moto rivoluzionario (3).
Il volume che stiamo analizzando censisce due donne di S. Antimo, Vittoria Coscia, vedova di Vincenzo Verde, una popolana coinvolta negli avvenimenti della Repubblica Napoletana del 1799 e Antonia De Biase o Di Biase, altra popolana analfabeta, vedova di Giovanni (o Giacomo) Esposito (4), imprigionata nel carcere dei Granili al Ponte della Maddalena, prima del nove settembre 1799. Entrambe vennero rinchiuse nella stessa struttura sovraffollata, dura ed essenziale, ma Antonia era ancora in vita il 5 aprile 1800, quando riscosse quattordici carlini e quattro grana, a seguito di una richiesta di sussidio. Di Vittoria invece si sono perse le tracce.
Altro nome strappato all’oblio è quello della sammaritana Teresa o Teresina Ricciardi (nata nel 1786), figlia di Domenico Ricciardi e Fortunata Riccio, vittima a soli tredici anni, il 17 giugno 1799, delle stragi di donne repubblicane. Teresa, probabilmente gravemente ferita, venne riportata nella sua abitazione dove ricevette i Sacramenti, quindi venne seppellita nella chiesa, ora demolita, della Congregazione Ave Grazie Plena dell’Annunziata, attigua al Duomo. Nessuna di queste tre donne è inserita nell’«Enciclopedia delle Donne», un portale dedicato (https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/search_adv?openform) che contiene molte biografie, e ciò significa che c’è ancora molto da fare.
Ogni voce è completata da un riferimento bibliografico, estremamente utile nel caso di personaggi che non hanno goduto di grande fortuna tra gli studiosi.
Per quanto riguarda Teano, il volume in disamina include il giudice di pace Felice Stavolone nato «nel casale di Versano della città di Teano il 24 settembre 1773…» [L. RUSSO, s.v., p. 214A] e morto a Carinola il 28 settembre 1817, su cui non mi soffermerò perché analizzato dal nostro studioso in più occasioni (5).
Tra i nomi elencati in una lapide posta dal Consiglio Provinciale di Caserta il 14 agosto 1899 in memoria dei Martiri di Terra di Lavoro del 1799, compare «Leopoldo De Renzis da Teano. Patrizio di Capua e Ministro della Guerra e della Marina della Repubblica Partenopea» (1751? - giustiziato il 12 dicembre 1799). Di questo personaggio non sono certi nemmeno i dati anagrafici, secondo alcune fonti sarebbe nato nel 1749 a Napoli, altri indicano Teano, Siano o Fiano, quale luogo di nascita, sarebbe stato Barone di Montanaro e s. Bartolomeo, tenutario di Francolise a poca distanza da Capua, ex-allievo della Nunziatella quindi colonnello di fanteria. Da ultimo, divenne Membro del Comitato militare del Governo Provvisorio della Repubblica napoletana (6). Anche il patronimico costituisce un problema: De Renzis, a volte Rienzo, Di o De Rienzo, Di Renzo, De Renzi, Di Rienzi… ciò significa che eventuali future ricerche dovranno tener conto di queste varianti. La madre sarebbe stata la spagnola (7) Donna Nicolassa Muños, ma di lei non si sa molto di più.
Altro personaggio preso in considerazione è Angelo Broccoli (1842-1924), avvocato civilista e magistrato, vicepresidente del Consiglio provinciale di Terra di Lavoro e deputato al Parlamento nazionale. Quando intraprese la carriera politica si presentò nel Collegio di Teano (1876-1880) (8) e al Ballottaggio del 12/11/1874 (elettori 949, votanti 798) venne eletto con 404 voti. Ripresentatosi nel Collegio di Teano (1880-1882), il 16/05/1880, fu rieletto con 437 voti (9). Fondò nel 1889 la rivista «Archivio storico campano», alla quale collaborò attivamente. Probabilmente, il suo impegno a favore del Museo Provinciale Campano di Capua ha reso la sua poliedrica figura ancora più interessante.
L’auspicio è che si stia pensando alla realizzazione di un altro volume che permetta di andare ancora più indietro nel tempo, e di riscoprire personaggi dimenticati o semplicemente sconosciuti ai più.
*****
NOTE
(1) Durante il Decennio francese Alessandro d’Azzia ricoprì diversi incarichi: nel dicembre 1808 fu nominato sostituto procuratore della Corte d’appello di Napoli, nel maggio 1810 divenne regio procuratore del consiglio delle prede marine; nel 1811 fu presidente del collegio elettorale dei possidenti di Capua.
(2) Conosciamo un Giovanni di Azzia, entrato nell’Ordine religioso cavalleresco di s. Giovanni di Gerusalemme nel 1456, Fabrizio D’Azzia o Azzia, ospitaliere dal 18 marzo 1561, quindi Marino giovannita dall’11 aprile 1578, un altro Fabrizio è entrato nell’ordine nel 1610: F. BONAZZI DI SANNICANDRO, Elenco dei cavalieri del S.M. Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme ricevuti nella veneranda Lingua d’Italia dalla fondazione ai nostri giorni, I, Napoli, Libreria Detken & Rocholl, Piazza del Plebiscito, 1897, p. 28.; ID., Elenchi delle famiglie ricevute nell’ordine gerosolimitano formati per sovrana disposizione dai priorati di Capua e di Barletta nell’anno 1801, Napoli, G. De Angelis, 1879, p. 18.
(3) L. BARONE [et al.], Briganti e partigiani, S.l. [Gaeta, Nuova Poligrafica], Campania bella, 1997, p. 42.
(4) Alcuni la considerano vedova di un certo Michele Peccorari che potrebbe non aver partecipato agli eventi del 1799. Un Vincenzo Pecorari, sovrintendente delle dogane, venne arrestato ad aprile insieme a molte persone illustri per cui è ipotizzabile una certa confusione nelle registrazioni: B. CROCE, La rivoluzione napoletana del 1799: biografie, racconti, ricerche, Bari, Laterza, 19123, p. 139.
(5) L. RUSSO, Felice Stavolone, studioso e giudice di pace di Teano (1779 ca.-1817), in «Rivista di Terra di Lavoro», XVI/2, ottobre 2021, pp. 22-26; ID., Felice Stavolone, studioso e giudice di pace di Teano (1779 ca.-1817), in «Il Sidicino: Mensile dell’Associazione “Erchemperto”», XX/4 Aprile 2023, pp. 4A-5B.
(6) Su tali avvenimenti: A.M. RAO, La Repubblica napoletana del 1799, Napoli, FedOAPress, 2021, p. 43.
(7) La presenza di spagnoli sul territorio non è una novità, in precedenza è attestato, per esempio, l’erudito Antonio Agustín y Albanell (1517-1586), vescovo aragonese di Alife, collettore di epigrafi e monete, che ben conosceva Teano e lo Stato Pontificio: M. & V. NASSA, Antonio Agustin vescovo di Alife (1557-1561). Note riepilogative riguardanti alcune carte di carattere epigrafico, in «Annuario Associazione Storica del Medio Volturno - Studi e ricerche», N.S. VI (2017), pp. 213-234.
(8) Al Collegio di Teano (1874-1876), invece, non venne eletto.
(9) Cfr. E. BATTISTA, Notabilato e rappresentanza politica in Campania (1861-1882) [PhD Th], Napoli, Università degli Studi «Federico II», XXIX ciclo, 2017, passim.

Link per il download: http://www.iststudiatell.org/p_ext/pubbl_extra.htm

Rosa Conte
(da Il Sidicino - Anno XXI 2024 - n. 3 Marzo)