L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Claudio Gliottone
 
 

L'associazionismo: un ritorno di fiamma

 

L'uomo, animale sociale.
Da questa diversità nasce la sua storia, proiezione nel futuro della sua esistenza, dinamicamente tesa nel tempo all'attuazione d’ogni possibile ulteriore miglioramento, al "progresso dell'umanità".
La coppia, la famiglia, il gruppo e via di seguito fino alla inconscia sottoscrizione del "contratto sociale" che ne regola la vita fin da quando ha deciso di ergersi in piedi e sollevare la testa per "guardare il sole", come ripeteva un mio vecchio professore di anatomia, pur pagandone lo scotto in lombalgie ed artrosi cervicali.
Non che della socialità abbia la esclusiva, intendiamoci, ma gli altri animali che pur ne posseggono, come le api o i lupi, sono rimasti a suggere il nettare od a cacciar prede come un milione di anni fa.
L'uomo no. Ha imparato ad asservire gli altri animali, a combattere le pestilenze, a costruire le sue tane sempre più grandi, e poi le macchine per dominare la terra; poi ha imparato ad andar per mare e sotto il mare, sino a volare.
Che sia derivato dalla scimmia o dal fango alitato dal Creatore, di strada ne ha fatta, ed ancora ne farà.
Se avesse avuto il coraggio di salvare gli aspetti positivi, che certamente esistono, della sua primordiale animalità, sarebbe stato ancora meglio.
Sta di fatto che certamente figlie della sua "socialità" sono tante qualità negative: l'invidia, la gelosia, l'odio, la furbizia, la prevaricazione, la sopraffazione e via dicendo.
Ma nascono dopo che l'affermarsi delle qualità positive, quali la condivisione di interessi, lo spirito di collaborazione, la solidarietà interpersonale, ha fatto della "socialità" l'essenza stessa della umanità.
Dopo la famiglia nasce il gruppo, come tra gli animali il branco; ma la superiorità dell’uomo sta nel saper aggiungere finalità a finalità, e quelle primigenie si ampliano in progressione geometrica coinvolgendo altri gruppi e poi altri ancora. Dal bisogno di proteggersi vicendevolmente dalle fiere dell’età delle caverne fino al progetto per arrivare sulla luna; la finalità del branco è rimasta quella di procurarsi il cibo.
In ogni caso l’unione potenzia le capacità dei singoli, sia nel bene che nel male e l’individuo, sia esso uomo od animale, può diventare più buono o più cattivo e la capacità del gruppo diventa ben più grande della semplice somma di quelle dei singoli individui. Certamente le cose sarebbero state più impegnative per San Francesco se invece di incontrare un solo lupo se ne fosse imbattuto in un branco.
Siamo partiti da lontano perché, prima di analizzare la storia dell’associazionismo nella nostra città, ci preme sottolineare due fondamentali concetti di carattere generale: il primo è che, data per scontata la roussoniana bontà dell’uomo alla nascita, ogni associazione, che non sia espressamente “per delinquere”, nasce per finalità buone; il secondo è che, molto sovente, queste finalità, sempre per non smentire Rousseau, cambiano “in corso d’opera” non sempre mutando obiettivo, ma anche semplicemente affievolendosi nell’impeto iniziale e quindi venendo meno ad una loro fondamentale qualità.
Intendendo con molta modestia interessarci solo della povera storia locale, sorvoleremo sull’analisi delle “associazioni” a carattere nazionale, come “Coltivatori Diretti” , “Azione Cattolica”, “Associazione Nazionale Combattenti e Reduci”, Gruppo Scouts , Cif, Fidapa e via discorrendo, tutte rigorosamente presenti a Teano dal dopoguerra in poi. La loro importanza nella formazione sociale locale è stata di certo importante, anche se è sempre da stabilire quanto tali associazioni diano e quanto invece prendano dal singolo che, in questo caso, attinge a minestre già scodellate.
Ed i giovani in particolare vengono attratti in genere dalle associazione religiose o di partito, di solito gli estremi, quelli che vogliono cambiare il mondo.
Diverso è il discorso dell’associazionismo “locale”, la gran parte delle volte spontaneo, nato da realtà ed esigenze sociali del paese, nel quale si mescolano il disagio e la volontà di risolverlo, la impotenza dei singoli e la supposta potenzialità del gruppo, e ad un tempo si incontrano e si scontrano inevitabili personalismi.

*

Perché nasce una associazione? Certamente per il nascere di un interesse comune, morale o materiale che sia, spesso in opposizione ad un altrettanto comune disagio. Ed i disagi a Teano non sono mai mancati.
Alla base di tutto, in una città di piccole dimensione, dove ancora esistono validi rapporti interumani e di conoscenza, c’è sicuramente la voglia di stare insieme, di frequentarsi: Se poi possiamo aggiungerci qualcosa da fare assieme per il bene di tutti, è tanto meglio.
Ed allora il fenomeno nuovo, in antitesi, per intenderci, al concetto di “Circolo dell’Unione” o di “Dopolavoro ferroviario” socialmente valido solo per gli iscritti, comincia a nascere, a Teano, sul finire degli anni settanta. Sono due le Associazioni che cominciano a porsi il problema della animazione sociale della città, nella quale assieme a quello culturale langue da gran tempo anche ogni discorso di attività ludica od attrattiva: il “Club 80” ed il Gruppo Autonomo, poi trasformatosi in “Gruppo Autonomo Per Teano.
Dalla loro iniziale collaborazione nascono feste in piazza, spettacoli teatrali, un giornale locale, e poi, grazie soprattutto al GAPT, il “Presepe Vivente di Teano” e la emittente locale “Radio Uno Teano”.
Finalità di miglioramento sociale che culminano in partecipazione politica diretta con una lista civica.
L’ input è stato lanciato: sorgono altre associazioni, “Radio Achab”, “Gli amici del Colle”, “Cultura e tradizioni sidicine”,  “I Palazzuoli” il “Circolo Unità d’Italia” e ancora altre la cui mancata citazione è da ascrivere a mera dimenticanza.
Alcune d’elite, altre squisitamente popolari e quindi più genuine: tra queste ultime particolare menzione al “Campanile”, di grosso coinvolgimento e di buona organizzazione.
Momenti di vita, individuale e collettiva; speranze, delusioni, prospettive, grandi soddisfazioni, o il maledetto dubbio di essere troppo avanti con i tempi: l’associazionismo è tutto questo.
Di associazioni ne nasceranno sempre, ed è giusto che sia così, perché se toglierete al singolo uomo la speranza di migliorare se stesso e gli altri, di confrontarsi e di scontrarsi, di ripetere cose già dette e ridette da mille e mille prima di lui e di credersene l’autore assoluto, di coltivare il seme di una società idilliaca e di trasmetterlo ai suoi posteri, gli avrete tolto la sua essenza: l’ animalità sociale!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 1 Gennaio)