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Cose così,... di fantasia! - 13

 

Piaceva a tutti e due, ogni tanto, farsi un giro in città. Lo facevano spesso senza dare nell'occhio, da uomini qualunque; qualche volta anche da santi. La differenza stava nel fatto che da santi potevano, non visti, vedere, loro, cose occulte od occultate, cose finalizzate o cose mimetizzate, realtà ed intenzioni, verità e tante, tante falsità.
Alternavano le possibilità, ora assumendo le sembianze di distinti signori, ora la eterea inconsistenza degli spiriti, puri, certo, ma non bacchettoni.
Così, quel freddo ma assolato giorno di fine autunno, si incamminarono bel belli per la più classica delle passeggiate teanesi, quella che si svolge lungo il viale di Santa Reparata. Le foglie degli ormai radi alberi di platano, cadute anche questo anno in anticipo, erano state già spazzate: efficienza della macchina amministrativa locale. ll fondo stradale era liscio come l'olio efficienza della macchina amministrativa provinciale. Solo i pini non c'erano più.
- Damià, ma da quanti anni non ci passavamo da questi posti?
- Perché Cosimì, c'è qualcosa che ti ha colpito? Qualche novitá?
- Damià, io tutte queste case, a destra e a sinistra, non me le ricordavo; e vedi quante altre ne stanno costruendo, qui per Ia strada provinciale, lì dietro al convento, e su per la strada di S. Antonio. Ma allora hanno fìnalmente adottato il Piano Regolatore?
- Nooo, Cosimì, ma che dici! È tutto il contrario: il Piano Regolatore non si approva proprio per consentire Ia costruzione di queste case! Queste mica sono case: queste sono una miriade di unità produttive. Vedi, in quella lassù si produrrà formaggio paesano e vi lavoreranno dieci addetti, in quella nella curva un allevamento di ovini procurerà la materia prima ed anche qui lavoreranno almeno quindici addetti e così via per tutte le altre: tutte piccole attività produttive. Che meraviglia!
- Allora... allora... oltre a tante belle abitazioni ci sarà lavoro per tanta gente, ho capito bene Damià?
- Hai capito benissimo, Cosimì, ben 156 attività produttive!
- E allora fanno bene a non fare il Piano regolatore! A che servirebbe? Solo ad intralciare le aspettative di tanti bravi imprenditori locali. Imprenditori che votano, Damià. Hai capito niente! E certo che di soldi ne abbiamo spesi per non averlo questo Piano: se penso a quanto hanno dovuto lottare i nostri amministratori contro chi perforza Io voleva! Quanto sono stati bravi e quanto lo sono ancora: se pensi che poi, ogni tanto, devono pure far vedere che si sbattono un poco, che convocano qualche architetto, ma solo per dargli qualche altro centinaio di milioni (nostri), ti rendi conto che sanno fare proprio bene il loro mestiere.
- Hai capito Damià, un piano regolatore non serve a niente!
- È vero Cosimo, però il grosso problema è che sulla faccia della terra non ci stanno solo i "diritti"; ci stanno pure i "fessi" e sono la grande maggioranza. E a loro il piano regolatore servirebbe, perché sono talmente fessi che non riescono a pensare a nessuna attività produttiva, neppure a quella di inflzare le castagne "stampate" per dare lavoro a trenta persone! E I'Assessore alI'Urbanistica, una volta fermo assertore del Piano che fa? Ha cambiato idea?
- Non sarebbe la prima né la seconda e forse neanche la terza volta. Perciò fa politicamente strada. E tu vuoi angustiarli per questo? Fatto sta che, ultimate tutte queste meritorie costruzioni, si dovrà pagare nuovamente (per la centesima volta) un altro architetto per un altro piano perché quello tentato di elaborare, proprio per la presenza di queste costruzioni, sarà già diverso; così avremo una altra scusa per andare avanti almeno altri dieci anni.
Parlando parlando, erano giunti in prossimità dell'Auditorium Diocesano: una vociante folla di scolari delle Scuole Medie si apprestava ad entrare, guidata dai suoi meno vocianti docenti.
- Damià, perché non entriamo anche noi? Dai, ritrasformiamoci in santi, così nessuno ci vede.
- Sì, rendiamoci un po' conto. Ma questi ragazzi perché sono qua?
- Sai, rappresentano la forza viva del paese, ed allora gli Assessori che organizzano le varie manifestazioni, quando devono fare bella figura di presenza popolare, pensano a loro, a farli essere presente. Si manifesti per Garibaldi o si debba promuovere qualcosa, son belli tanti ragazzi raggianti.
- Un po' come i carri-armati di Mussolini che giravano l'Italia, sempre gli stessi, per ogni manifestazione o il popolo che accorreva "volontariamente" in Piazza Venezia?
- Beh, il paragone è un po' pesante, ma potrebbe rendere I'idea.
Si appollaiarono sulla balaustra della galleria (tanto non davano fastidio, erano invisibili) ed iniziarono a godersi lo spettacolo.
Si dice che i santi, tra le altre belle virtù, abbiano anche quella della pazienza, e che comunque, per fargliela perdere, ce ne voglia proprio, ma proprio tanto.
Che i nostri ne avessero poca o che il tanto fosse stato subito raggiunto, noi, poveri narratori dei fatti, non sappiamo. Ma, trascorsi pochi minuti di spettacolo, il buon Damiano fu colto da spasmodica agitazione, e prese ad inveire contro la senescenza che, a suo parere, gli aveva ottenebrato il cervello al punto da non fargli comprendere il resto di niente dello spettacolo.
E siccome i santi hanno anche la sempre rara virtù di non essere presuntuosi, si rivolse a Cosimo:
- Cosimì. Abbi pazienza, io mi sto rimbambendo, ma che significa questo spettacolo: Cenerentola tiene i baffi, ed é maschio, il Principe non è azzurro ma rosa perché è femmina, ed in tutto questo, impersonando un maschio, si vuole sposare uno scudiero ! Mamma mia che mal'è capa!!!
- Damià che t'aggia dì. Manch'io haggio capito niente. Se non facessimo una figuraccia vorrei chiederlo a qualche assessore che ha organizzato il tutto: non so se a quello alla Cultura o ti quello alla Pubblica Istruzione. Ma forse è meglio ca ce stammo zitti. Forse i fessi simme nuie!
- È vero. È proprio così: difatti i ragazzi hanno capito tutto, e pure gli insegnanti, e si sono tanto divertiti. Guarda come sono serene le loro facce: è la faccia dell'assessore che mi pare un po' verdina. Ma perché, secondo te?
- Ma proprio non saprei, Damià. Iammucenne chiano chiano, s'è fatta ora di pranzo.
Avevano ripreso le sembianze di distinti signori, e, allontanandosi, distintamente sorrisero al Preside, all'Assessore (che erano la stessa persona), all'altro Assessore (che era un'altra persona), agli Insegnanti,... gli incolpevoli attori, ed ai... malcapitati ragazzi.
Era passato un altro giomo.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 1 Gennaio)