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Place Vendôme

 
Continua il riassetto di incroci, vialetti e marciapiedi. Questa volta tocca al bivio della fu Pigna del Duca, arretrato di qualche metro per costruire un'altra rotonda; una rotonda un po' ovoidale, dopo la mini-rotonda del quadrivio di S. Antonio Abate.
Vi è stata posta la colonna di granito che segnava l'ingresso delle maestose Rampe del Vescovado d'epoca borbonica, poggiata su un rustico, civettuolo muretto, in opus molto incertum e moltissimo paesanum, nemmeno troppo in linea con le tecniche di prevenzione dei sinistri a causa di quelle paretine a pimbo e il cordolo sporgente.
Sopra è rimasto uno spezzone della staffa che reggeva lo stemma, sparito da tempo. Cosa potrà
reggere ora? Potrebbe essere fasciata da un bassorilievo, come la colonna di Place Vendôme per
celebrare recenti fasti di napoleoni nostrani.
 

Se Pariggi c'avesse lu mere... sarebbe una piccola Bere": non v'è pugliese che non sia presuntuosamente d'accordo.
Parigi il mare non ce l'ha. Teano neppure, ma non importa.
Teano c'ha i palmizi; ce li ha messi l'assessore all'urbanistica. Prima dinanzi all'ingresso del vecchio macello (ora sede della Commissione Invalidi Civili dell'ASL, ma nessuno pensi a facili analogie di comportamento operativo); poi al centro del viale di Borgo S. Antuono.
Ed un esotico tocco di atmosfera hawaiana ha come d'incanto pervaso un intero rione sventrato e sistemato da precedenti amministrazioni. Qualcuno giura di aver visto il farmacista ed il calzaturiere quivi presenti abbandonarsi a frenetiche danze caraibiche, mentre il giornalaio ed il macellaio, in classico gonnellino hawaiano, si scambiavano le tipiche ghirlande di frangipane, il tutto al suono delle famose chitarre delle Hawai.
Ma noi non ci crediamo.
All'inizio del viale una rotonda spartitraffico, di quelle ideate dai francesi: altra analogia con Parigi.
Poteva mancare un accenno a Place Vendôme ed al suo obelisco? Certo che no!
Basta spostarsi di un centinaio di metri, alla fine delle vecchie “rampe dell'Ospedale” ed ecco il top dei top: una invadente rotonda, con tanto di colonna preesistente e messa in evidenza, dovrebbe, nelle migliori intenzioni regolare il traffico della zona, reso più caotico dalla riapertura della strada Scardei. Poco conta se il fondo stradale, con i suoi dislivelli, ricorda a chi lo percorre rilassanti montagne russe e se il risultato sperato non ci sembra raggiunto, specie se ad incrociarsi sono due grossi autoveicoli da trasporto.
Ma giusto un tocco di paesaggio umbro-toscano non ce lo vogliamo mettere?
Certo: ed ecco che più avanti, ma solo di poco, una asfittica cannula vomita acqua d'incerta provenienza sporgendo da un fondale maiolicato che qualche zotico continua a scambiare con la decorazione di una cucina rurale.
Qualche passaggio pedonale bianco su fondo rosso ce lo lasciamo scappare? Certo che no! Li sistemiamo un po' dappertutto lungo queste strade citate.
Manca solo una chicca, ma ancora per poco: abbattiamo la “casina” e creiamo un grosso scalone per l'accesso al Loggione. E chissà come sarà più bella piazza Umberto I.
C'è rimasta l'area di S. Antonio, quella delle Fiera o, come la chiamava qualche vecchio amministratore, del Foro Boario; è sistemata nel verde della collina che ha rappresentato per anni un luogo di amena naturalità.
L'hanno asfaltata per intero sull'altare di una tappa del giro ciclistico d'Italia che da Teano partirà. Ma chi ha mai assistito, per televisione, alla “partenza” di una tappa del Giro? Tutti hanno sempre guardato l'arrivo, da che giro è giro! Che ce ne resterà? Una ulteriore spianata di cemento!
Ed infine tante costruzioni senza regole, in nome di una presunta "attività produttiva”, sparse per tutto il territorio.
Terminiamo con un suggerimento.
Perché il vulcanico cervello che ha eruttato (è proprio il caso di dire) tutte queste belle idee urbanistiche non ha pensato a sistemare, allargandone lo spigolo creato dal muro di proprietà Lerro, l'incrocio tra via S. Reparata e Via De Gasperi? Questo si che sarebbe utilissimo al traffico intenso, specie di pullman, che grava nella zona, impraticabile anche per l'indisciplina di chi parcheggia, sistematicamente impunito, a destra e a sinistra delle due strade? E il tutto non danneggerebbe l'ambiente, visto che siamo in una zona periferica e di nuova costruzione.
Ma forse esistono impedimenti elettorali.
Questa è la Teano che, ristrutturata come la Roma dopo l'incendio di Nerone, si avvìa, Picierno imperante, verso i fasti del Terzo Millennio.
Quod non fecerunt barbari...

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 4 Aprile)