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Urbanistica atto terzo

 
anche le amministrazioni fingono di cambiare
 

"...quelle Gride ripubblicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l'impotenza dei loro autori; o se producevano qualche effetto immediato, egli era principalmente di aggiungere molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli soffrivano dai perturbatori; e di crescere le violenze e l'astuzia di questi…”. Manzoni lo scrisse nel 1800 per avvenimenti accaduti nel 1600; potrebbe riscriverlo pari pari oggi, nel 2000 per avvenimenti contemporanei.
Urbanistica atto terzo, dopo due fallimentari.
Il primo riguarda un fantasioso “piano parcheggi”, nato nel 2004 a “Picierno ter” appena insediato: parcheggi a pagamento previsti in tutta l'area urbana, grattini e relativi sorveglianti, sosta regolamentata ad orario, strisce blu, strisce bianche e strisce gialle, cartelli di segnaletica. Spesa: chissà chi lo sa!
Durata non più di sei mesi, come previsto da questo mensile e da chiunque avesse un po' di sale in zucca.
Secondo atto: interventi su piante, fontane, incroci, con la chicca finale di piazza Giovanni XXIII.
Qualcosa da salvare in via funzionale, molti i danni estetici fino al totale svilimento del centro con la “erezione” (è proprio il caso di dire!) di un “sesquipedale obbrobrio” nella piazza suddetta.
Atto terzo: si rimette mano ai parcheggi. Nuove righe per terra, tutte bianche stavolta, nuova cartellonistica, nuove regole. I parcheggi al centro vengono ridotti nel numero e viene altresì ridotto il tempo di parcheggio a solo mezz'ora, ma gratuito.
La scrittura della tragicommedia è sempre la stessa: lo stesso autore dietro ogni atto. Ce lo siamo meritato e ce lo teniamo stretto, anche noi poveri innocenti.
Anche per questo ulteriore tentativo abbiamo qualche perplessità da esternare.
La prima la facciamo sposando in pieno quanto scritto in apertura, a firma Manzoni: un decreto, una legge, un'ordinanza, hanno valore, forza ed effetto solo quando si ha la possibilità di farle rispettare, altrimenti si risolvono in maggior danno per “i pacifici e i deboli” accrescendo “le violenze e l'astuzia” dei “perturbatori”. Ed essendo notoriamente in Teano il numero dei perturbatori di grossa spanna maggiore di quello dei pacifici, riteniamo quanto mai dannoso per questi ultimi accrescere ulteriormente le violenze dei primi.
Il parcheggio in quel determinato posto è diventato una acquisizione per i più: i commercianti devono tenere la macchina dinanzi al negozio, gli impiegati dinanzi all'ufficio, molti cittadini sotto casa, come qualcuno che addirittura la parcheggia al centro di qualche vicolo dal transito ridotto.
Le “Gride” comunali ci sono state, ma mai nessuno che abbia costretto nessuno ad osservarle, come accade per tutti i sensi unici che vengono puntualmente disattesi, sovente con pericolo reale per chi è osservante delle direttive stradali.
Un'altra grida (al singolare) si è aggiunta, ma altre grida (al plurale) si leveranno da parte dei cittadini presi per il naso dal mancato rispetto delle regole. E l'assessore le ha fatte sapendo di non poterle far osservare.
Con un ridottissimo organico di vigili effettivi, su un territorio comunale vastissimo e fortemente frazionato, con esigenze di viabilità e di traffico in costante aumento, su una popolazione nata e cresciuta nella maleducazione civica, come si può pensare di far rispettare le regole?
La seconda perplessità nasce dalla grande riduzione del numero di posti auto attuata: Piazza Duomo 26 posti e 2 per portatori di handicap, in Piazza Municipio 11+2+1, in piazza Umberto 14+1, piazza Mazzoccolo 4, in piazza Vittoria 23+1. Qualche altro posto è stato ricavato in Via Nuova. Lo spazio certo non concede di largheggiare, ma qualcosa in più si poteva ricavare.
La terza, infine, è generata dalla limitatezza del tempo di sosta concesso: mezz'ora ci pare davvero poca per sbrigare ogni qualsivoglia impegno. Se il razionale della iniziativa è stato quello di abolire la lunga sosta per consentire un turnover a chi ha da fare qualcosa al centro e poi andar via, il tempo concessogli ci sembra davvero molto ridotto.
Ma ognuno sa per certo che sarà difficilmente punito se sgarrerà: e allora non ci sono problemi.
Avremo cambiato tutto perché tutto resti uguale, come è solito che accada in Italia e da noi, che stiamo in Italia.
Anche le amministrazioni fingono di cambiare, anzi talvolta manco ci provano, tanta arroganza posseggono.
Non vogliamo essere facili Cassandre, come lo fummo per il primo piano parcheggi, ma ci sembra proprio che neanche questo potrà funzionare più di tanto.
Siamo i primi ad augurarci di sbagliare!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 5 Maggio)