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Indice Claudio Gliottone
 
 

A lavar la testa all'asino...

 
Urbanistica e partecipazione democratica
 

Ripetere le cose giova.
Ma a lavar la testa all'asino ci si perde tempo e sapone!
L'antiteticità dei proverbi sta paradossalmente a sottolineare la grande saggezza popolare: nulla è dato per scontato, nessuna verità è tale.
Corre voce insistente di ulteriori lavori di cosiddetta “sistemazione urbana” di qualche altra piazza cittadina; Largo Croci sembrerebbe la più accreditata.
Tra i “lavori” sarebbe compresa la rimozione del monumento all'incontro, eretto qualche decennio fa con sottoscrizione popolare, ad opera del maestro Rino Feroce.
La pur vera discutibilità dell'opera esistente non ci pare in ogni caso suggerirne la rimozione: essa rappresenta comunque la materializzazione anche economica di una volontà popolare che nessun amministratore era mai riuscito a cogliere nel corso dei numerosi anni che ci separano da quel lontano 26 ottobre del 1860. E già questo basterebbe, ma merita rispetto anche perché opera di un nostro stimato concittadino, artista di riconosciuta fama.
Vero è che la fretta con cui fu realizzata, i danni del tempo, la inadeguatezza dei materiali e la incuria di tutti, potrebbe far ritenere, a quelli che amano distruggere il passato per costruirvi il nulla, di fare, è il caso di dire,…piazza pulita.
Ma la prospettiva della sistemazione alternativa ci fa semplicemente rabbrividire!
Cosa costruiremo, Sindaco? Una riedizione del “sesquipedale obbrobrio” già da voi eretto in Piazza Giovanni XXIII, dove avete spiantato, dico spiantato e mandato al fuoco, bellissime piante di magnolia, dove avete abolito un fazzoletto di verde urbano?
Erigerete anche a Largo Croci, in sostituzione del monumento, un indescrivibile marchingegno senza capo né coda, una offesa al buonsenso, al buongusto, al belvedere, al senso civico, al senso estetico, al senso morale di una città storica come Teano, che non merita siffatti sedicenti arredatori urbani?
Siete andati a rivedere la vostra opera in piazza Giovanni XXIII? Ne avete avuto il coraggio?
Come ampiamente previsto è diventata in tre mesi un ricettacolo di immondizia, un parcheggio incontrollato, una palestra per imbrattatori di muri che già hanno scritto di tutto sulle candide pareti di quel mostro urbano, di quel monumento alla vostra insipienza, di quella indescrivibile nullità.
E avete ancora il coraggio di proporre e progettare “sistemazioni urbane”?
Ma … ci faccino il piacere! Avrebbe detto Totò!
Ragioniamo con calma: è in atto nel paese, per iniziative intraprese dalla amministrazione Zarone (leggi Pit “Antica Capua”, di cui chi scrive è stato iniziale curatore per il Comune di Teano), un notevole risveglio culturale legato all'incremento delle varie campagne di scavi archeologici, notevolmente foraggiati dalla massa di euro arrivati dalla Comunità Europea.
Solo pochi giorni fa è stata infatti inaugurata una nuova mostra di reperti del teatro romano, sapientemente allestita dal locale Responsabile della Sovrintendenza: una mostra meritevole di grande attenzione e massimo plauso perché ha coinvolto nel progetto giovani speranze locali, aprendo loro una interessante prospettiva di studio e di lavoro.
Ma quel che conta, e si sappia coglierne tutto intero il significato, è il fatto che l'archeologia, a Teano, è un vero e proprio “cantiere sempre aperto” con successivi continui strabilianti ritrovamenti che valgono per noi moltissimo in termini di “arricchimento” in tutte le sue accezioni; non fosse altro che per la continuità delle scoperte, per la reiterazione di occasioni di mostre e di studi, con un livello di attenzione da poter mantenere sempre vigile.
Guai a lasciarlo perdere, signori amministratori!
Mi risulta, invero, che seguiate la cosa con tutta la attenzione che il caso richiede, ma io ve ne chiederei ancora di più.
Infatti, proprio in virtù di quanto sopra, è opportuno, se non indispensabile, che tutta la immagine di Teano moderna si leghi strettamente alla memoria della Teano Sidicina: anche, per fare un banalissimo esempio, il fatto che il sorgente ipermercato si chiami “Sidicino” è importante.
La città va tenuta adeguata a chi volesse venirla a visitare per il suo passato riscoperto; la sua struttura va preservata per lo meno così com'era all'inizio di questo nascente risorgimento storico, perché appresso ad esso potrebbero nascere tante altre cose, ed alcuni risvegli già sono abbondantemente dell'aria.
A questo si legava il nostro rammarico quando faceste rimuovere, per stupida iniziativa di chissà chi, i cartelli stradali che, agli ingressi della città, la definivano “Teanum Sidicinum”, sostituendoli con quelli ridicoli, infantili, populisti e demagogici di “Teano città per la pace”.
I primi, voluti sempre dalla amministrazione Zarone, guardavano avanti, i vostri molto indietro.
Sembrerebbero sciocchezze, ma non lo sono.
Così, per concludere, non dobbiamo deturparla con lo scempio di
permessi edilizi cosiddetti “produttivi”, con la apposizione di nanetti, statue, leoni e chi più ne ha ne metta, all'ingresso di ville e palazzi.
Ma soprattutto non dobbiamo abominevolmente trasformarne le piazze e le vie con “sesquipedali obbrobri” nella cui edificazione avete speso, oltre ai soldi nostri, tutta la sapiente “maestria” vostra!
Avrò perso anche stavolta tempo e sapone?
Sicuramente. Ma tant'è!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 10 Ottobre)