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Analisi del voto amministrativo del 26 maggio 2013

 
“...un volgo disperso repente si desta, intende l’orecchio, solleva la testa...”
(A. Manzoni)
 

Non mi par vero: in un sol colpo il popolo sidicino ha mandato in pensione una intera classe politica, radicata da anni nelle stanze del potere e nel territorio. Una classe che ha tentato di riproporsi per mezzo dei suoi addentellati, figli, nipoti e sostenitori, che ha cercato di mascherarsi alla men peggio, confluendo in liste dall'apparenza innocua, ma dietro le quali agivano vecchi volponi, grandi “strateghi” e stupidi mestatori. Ci siamo liberati anche di loro, e stavolta in maniera chiara e decisa, contrariamente a quanto avvenne nel 1999 con l'amministrazione Zarone, già espressione di voglia di riscatto.
Analizziamo le cose partendo dai risultati.
- Su 11.885 aventi diritto al voto lo hanno espresso solo 8.664, il 72,89%, mentre non hanno votato 3.229, il 27,11%: in pratica su 4 elettori tre hanno votato e uno no.
- Dei primi hanno vanificato il loro voto con schede bianche o nulle solo 150 elettori
- Dei voti validi 3046 sono andati alla lista Di BENEDETTO (35,72%), 2653 sono andati alla lista TOSCANO (31,16%), 2413 sono andati alla lista SCOGLIO (34%), 402 sono andati alla lista PINO (4,72%).
- I voti espressi nei seggi elettorali del centro sono stati 4110, pari al 47,4% del totale; i voti espressi nelle frazioni sono stati 4454, pari al 52,6 del totale.
- Le percentuali dei voti attenuti dalle liste al centro e nelle frazioni sono stati:
Di Benedetto 55,1 al centro 44,9 nelle frazioni;
Toscano 48,2 al centro 51,8 nelle frazioni;
Scoglio 40,8 al centro 59,2 nelle frazioni;
Pino 39,0 al centro 61,0 nelle frazioni.
- Questo dato, unito al fatto che i candidati della lista vincente fossero tutti neofiti della esperienza elettorale dimostra ampiamente che a supportare la lista Di Benedetto sia stato soprattutto un voto di opinione.
- Tutti candidati della lista vincente sono stati eletti per la prima volta.
- Tra tutti i candidati presenti nelle altre liste 10 erano stati già eletti almeno una volta.
Questi i dati. Passiamo alle riflessioni:
- La percentuale dei votanti è stata abbastanza alta, inferiore solo di 3,6 punti percentuali rispetto a quella del 2008, quando a vincere con il 55,65% dei voti fu la lista capeggiata da Picierno. Ma le liste in campo erano solo due.
- La presenza di quattro liste legittima pienamente il diritto a governare della lista vincente, che esprime la scelta di 36 persone su cento, cinque su cento in più di quelle 31 che hanno scelto la lista arrivata seconda, e ben trentuno su cento di quella arrivata ultima. Su questa lista per carità di patria non esprimiamo giudizi, anche se ci piacerebbe un poco di realismo in chi continua a dire di essere il solo a saper amministrare Teano. Ma resta anche il solo a crederlo!
Mettiamo da parte i numeri ed abbandoniamoci a qualche considerazione sociale.
Certamente una gran prova di maturità dei nostri concittadini, manifestata sia nella affluenza alle urne sia nell'inequivocabile rifiuto a voler perpetuare nei figli e nei nipoti una generazione politica che ha fatto nel nostro paese il bello e cattivo tempo, distruggendo progressivamente quanto era stato costruito nel corso di anni ed anni, e mantenendo costantemente la nostra città nel più totale abbandono sociale, economico, produttivo, culturale, ambientale; una generazione politica che si era impadronita delle leve di quel misero potere di una piccola ma ancora dignitosa città e lo aveva usato, dai tempi di Maglione in poi, esclusivamente per rimanere al proprio posto nella più crassa strafottenza verso ogni problema dei cittadini.
Una classe politica ferma, nei metodi e nelle prospettive, a trent'anni fa, quando la licenza edilizia o la riparazione della strada era considerata munificenza del sovrano, elargita solo dopo solenni impegni a sostenerlo vita natural-durante in tutte le sue candidature.
Una classe politica nella quale la supponenza si mescolava alla presunzione e sovente all'ignoranza, spesso in nome di un populismo tanto becero quanto improduttivo.
Una classe politica contro la quale abbiamo combattuto invano per anni, assieme a grandi menti come Luigi Vernoni, Carmine Razzino, Luigi Migliozzi, Antimo Palumbo e tanti altri.
Teano ha saputo colmare i vent'anni di divario storico che la tenevano attanagliata in terribili morse che ancora qualcuno ha avuto il coraggio di riproporre, ma con scarsissima credibilità: le incapacità dei padri ricadono sui figli, è quel sottile destino che i greci antichi chiamavano “Nemesi”.
Ora basta, finalmente basta a distinguo di appartenenza, ad intrighi mefistofelici di diabolici “strateghi” giunti sino alla estrema conseguenza del commissariamento del Comune, a disponibilità attuate solo verso chi “appartiene al bottone”, a coltivazioni del proprio orticello elettorale o politico.
Basta! Teano è tornata ai teanesi, senza interessi di parte.
Lo speriamo con tutto il cuore e ne affidiamo le speranze al nuovo Sindaco. Così come speriamo che sparisca ogni corporazione, come quella dei geometri e degli ingegneri imperanti per il passato, o che ad esse non si sostituiscano altre, magari di commercialisti o avvocati, ma solo per fare un esempio!
Ti aspetta un duro lavoro, caro Nicola; un lavoro nel quale ti promettiamo di esserti vicini, perché tu sei di quelli che leggono i giornali ed ascoltano la gente.
Non deluderci! Ma soprattutto non permettere che, come diceva ancora il Manzoni, “col novo signore si mesce l'antico”.
In bocca al lupo!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 6 Giugno)