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Indice Claudio Gliottone
 
 

(Sic) Manebimus Optime

 
(…così rimarremo ottimamente!!!!)
 

ovvero il dopo – referendum visto da un liberal –progressista.

…hic manebimus si vi piace non proprio
ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile
alla morte (e questo piace solo ai giovani)

Eugenio Montale

La frase originale, come riferita da Tito Livio nella sua storia romana “ab Urbe condita libri”, era “hic manebimus optime” (qui rimarremo egregiamente) e pare sia stata pronunciata da un centurione dopo aver ordinato al suo vessillifero (signifer) di piantare nuovamente le insegne nel luogo dove si riuniva il Senato, incerto, questo, se rimanere a Roma e ricostruire la città o trasferirsi a Veio, dopo il sacco al quale Roma era stata sottoposta dai Galli invasori comandati da Brenno. La frase, udita per caso, fu fatta propria dagli incerti senatori, che presero allora la decisione di restare a Roma. E da lì iniziò il riscatto.
Non credo che per noi il riscatto possa iniziare dopo il risultato referendario, perché mi pare proprio che il popolo italiano abbia perfettamente parafrasato le parole del centurione ribadendo che “così (sic) (come stiamo) rimarremo ottimamente”!
Abbiamo con grande decisione ribadito, ove mai ve ne fosse stata ulteriore necessità, che non vogliamo cambiare, mi si perdoni l'ardire, “un beato salsiccio”. Così come stanno le nostre istituzioni, noi stiamo benissimo; e lo staremo almeno per altri settant'anni e i senatori italiani, come quelli romani, qui resteranno ottimamente!
Perché, dopo questo risultato, chi altri mai avrà il coraggio o la forza di ridimensionare quel doppione, oggi inutile e farraginoso, istituzionale che si chiama Senato della Repubblica?
Chi altri potrà pensare di ridimensionare le Regioni, che continueranno a mantenere competenza esclusiva su turismo, energia e sanità? E così continueremo in Campania ad avere una sanità dimezzata (vedi la sospensione di tutte le convenzioni di diagnostica, ormai per prassi costituita, nei mesi di novembre e dicembre di ogni anno): basta spostarsi in Molise o nel basso Lazio, per noi teanesi per fortuna ad un tiro di schioppo, per avere prestazioni diagnostiche private anche in quei mesi e non pagare assurdi, indaginosi, folli ticket sulla ricetta cartacea, sul farmaco di brand, o sulle analisi di laboratorio, già gravate da insulse norme di “appropriatezza prescrittiva”.
Ed ancora chi potrà più imporre ai consiglieri regionali tetti alle loro generose buste paga, o vietare congrui contributi ai loro gruppi consiliari, a loro che sono riusciti ad aggirare anche i limiti imposti alle proprie retribuzioni dal governo di Mario Monti?
Chi altri sarà in grado, dopo questo risultato referendario, di proporre la totale abolizione delle Province?
Chi mai potrà proporre ancora di abolire il Cnel? (A proposito, ma chi cacchio sapeva, fino a qualche mese fa, che esisteva questo organismo ed ancora chi sa a cosa mai serva?).
Si dice che con larghe intese politiche sarà possibile cambiare tutto in maniera migliore di come proposto per il referendum del 4 dicembre.
Ma quando accadrà mai, dopo il fallimento di tre, dico tre, Commissioni bilaterali, dei saggi riuniti da Napolitano all'inizio del suo secondo mandato, e di due referendum? Ma vogliamo proprio prenderci per i fondelli?
Così rimarremo ottimamente!
Quel grande uomo di Churchill definiva la democrazia come “la peggior forma di governo possibile”; e poi aggiungeva: “escluso, naturalmente, le altre”.
Parlando col mio fruttivendolo nel vano tentativo di spiegargli perché, secondo me, fosse il caso di votare per il sì, non fosse altro che per dare un chiaro segnale di voglia di cambiamento, mi sentii rispondere, in maniera piuttosto secca, che avrebbe votato no, perché cosi gli aveva detto il suo avvocato!!!!
Quel voto dato solo per ossequio “all'avvocato” è valso quanto il voto ponderato, sofferto, tardivo nell'orientamento, ma politicamente chiarissimo, di Romano Prodi. E lo ha annullato!
Ma noi rispettiamo le regole, anche se sono le peggiori possibili, escluso, naturalmente, le altre! Così rimarremo ottimamente.
Viva il centurione romano, Viva Tito Livio e, perché no, Viva l'Italia!!!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 12 Dicembre)