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Indice Claudio Gliottone
 
 

C'è poco da star contenti!

 
PER L’EUROPA, PER L’ITALIA E PER... TEANO
 
C'è poco da star contenti!
 

Non andremo ai mondiali di calcio in Russia, La cosa pesa, al di là di ogni sempre valida ragione meramente sportiva, che pure serve d'immagine e di prestigio a qualunque nazione moderna, per altri due legittimi motivi. Per il grosso aspetto economico che una partecipazione a gare internazionali  comporta per la nazione che ne sappia approfittare con successo, e che viene improvvisamente a mancare; e per la miserevole considerazione che a determinare la nostra esclusione abbia fortemente contribuito la tentacolare burocrazia e la faccendiera capacità italiana che tutto ingloba, mettendo ai posti di dirigenza persone incapaci , vecchi bacucchi mossi da sete di potere ed interessi, attaccati fino all'ultimo alle poltrone, conquistate non per meriti oggettivi, ma per chissà quali oscure manovre. A pagare le conseguenze di un tecnico incaponito nei suoi schemi tattici e capace di tenere in panchina un giocatore di grandi capacità e di un dirigente che quel tecnico a scelto e voluto, attaccato fino all'ultimo con assoluta mancanza di dignità alla propria poltrona, sarà non solo il nostro orgoglio sportivo, ma anche il nostro disastrato portafoglio.
E non avremo neanche Milano sede dell'Agenzia europea del farmaco, a causa, dicono, della sfortuna manifestatasi per noi nello spareggio “ a monetina” : lo sarà Amsterdam. Nulla da eccepire, certo, per la preparazione impeccabile della sede da noi proposta a sostituire Londra, dalla quale l'Ema si è dovuta trasferire a causa della “brexit”, ma mettiamo in conto anche il voltafaccia della Spagna, che non ha votato per Milano, e la piccineria della Slovacchia, che non ha votato per nessun altro paese sol perché esclusa  dalle scelte al primo passaggio per evidente inferiorità d'offerta. Pesano però anche comportamenti di una “Unione Europea” che non sa assumere decisioni importanti, tanto da affidarsi, in ultima analisi, alla monetina e che da noi pretende solo che accogliamo e ci teniamo i migranti di tutto il nord-africa!  La scelta ufficiale e ponderata di Milano avrebbe potuto rappresentare per l'Europa, visto il grosso budget economico che la cosa rappresenta (170 miliardi di euro) , un riconoscimento politico ad una nazione civile e generosa, ma soprattutto piena di umanità. Così non è stato, e si è sicuramente creato un nuovo pretesto antieuropeo sul quale insisterà, alle elezioni del prossimo anno, qualche partito politico già in auge nel raccogliere vasti consensi anti-migranti.
Già. Si voterà forse tra  meno di sei mesi, con una legge elettorale destinata, stavolta “de iure”, a portare in vita le vecchie alleanze della prima repubblica: ricordate il tri, quadri e penta partitismo? Quando per raggiungere la maggioranza bisognava unirsi in tanti, ma soprattutto bisognava “accontentare” tanti, con evidenti difficoltà di praticità governativa?
Allora c'era la vecchia DC, sempre partito di maggioranza relativa, che sapeva contemperare le aspettative di tutti senza creare pericolosi contrasti; ma oggi quanto durerebbe una forzata o deliberata alleanza tra PD e Movimento 5 Stelle, o tra PD e Lega, o tra M5S e Forza Italia? Come potrebbe il PD, ad oggi, escluso che nei sondaggi, partito di maggioranza, svolgere il ruolo della DC se la maggioranza non esiste neppure nel suo interno? Nella DC c'erano le “correnti”, è vero, come del resto è giusto che sia in ogni democratica manifestazione di pensiero e di politica, ma  non c'erano i Dalema e i Bersani, capaci solo a spaccar tutto in nome di tramontate elucubrazioni “di sinistra”! C'erano invece i Moro, i Fanfani, i Piccoli, i Rumor, capaci di assorbire tutto e tutti guidare verso risultati pratici, fosse anche la legge sul divorzio, così contrastata da tutto il loro partito! Oggi la sinistra è ancora dominata dal terrore di vedere in ognuno politicamente più attivo un “mussolini” (Berlusconi, Renzi) e dalla nostalgia di “qualcosa di sinistra” che nessuno potrà mai più dire, ad esclusione di Bersani e di Dalema, semplicemente perché sono cambiati i tempi e nessuno, disilluso, la vuol più sentire!
E tra meno di sei mesi si voterà anche a Teano, per il rinnovo del Consiglio Comunale; e le cose non stanno messe meglio, soprattutto per il gran rischio che si torni al passato. La legge comunale non consente più alleanze tra partiti; vince una sola lista. Il lavorio di mediazione deve necessariamente avvenire prima, ma senza garanzia alcuna: è successo con la giunta Zarone, quando a decidere, più che gli interessi verso il popolo, furono gli interessi degli Assessori o degli aspiranti tali. La giunta Di Benedetto ha saputo reggere da questo punto di vista, ed è un merito, ma ha un po' deluso nei fatti. Ci riusciranno le vecchie volpi, già da tempo sull'orlo della tana, pronte a combattere nuovamente nonostante l'età per loro nient'affatto consigliera?
Staremo a vedere!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 11 Novembre)