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Le scarpe di "Zi Fonso"

 
 

Appassionato e coinvolgente è stato il monologo scritto e recitato da Pierluigi Tortora, il 13 aprile alle 19:30 nella chiesa di Santa Maria La Nova.
La lodevole iniziativa della Pro Loco Teano e Borghi, nella persona di Giuseppe Lacetera, è stata favorevolmente accolta e promossa dal parroco don Luigi Migliozzi. I presenti hanno espresso unanime apprezzamento per l'attore casertano e per il personaggio rappresentato: il sacerdote don Alfonso Alfano, soprannominato affettuosamente “Zi Fonso”, nato nel 1936 in provincia di Napoli e morto nel 2017, salesiano noto per le tantissime opere soprattutto a favore dei giovani. La sua vita e le sue azioni si sono ispirate ai principi educativi di San Giovanni Bosco, fervidamente impegnato nella ricerca degli ultimi e nella valorizzazione di ciascuno.
Col suo monologo di circa 45 minuti, il bravissimo interprete ha evidenziato con parole semplici e convincenti, l'importanza di dedicarsi agli altri, non in maniera generica e formale, ma tenendo conto delle differenti condizioni di vita, e della diversità dei talenti ricevuti. Così Zi Fonso ha aiutato i ragazzi di cui si è preso cura a credere in se stessi e a seguire le proprie aspirazioni con tenacia e pazienza, raggiungendo risultati talvolta sorprendenti nel campo della musica, del teatro, dello sport. Lo stesso autore riferisce di aver scoperto la passione per il teatro, frequentando l'oratorio.
Si può dar lode a Dio in tanti modi. E Dio a tutti ha donato un paio d'ali: bisogna però avere il coraggio di alzarsi in volo! Zi Fonso, sull'esempio di San Giovanni Bosco, ha dato fiducia a ragazzi sbandati, senza fissa dimora, con padri in carcere e mamme costrette a prostituirsi, ragazzi persi nel mondo della droga, relegati ai margini della società, etichettati ormai come inetti a vivere... E con la forza del Vangelo, profusa attraverso parole di benevolenza e gesti concreti, è riuscito a tirarli fuori dalla caverna del pregiudizio, sospingendoli verso traguardi inaspettati. E quando i mezzi materiali per dare ali ai sogni sembravano insufficienti, o addirittura inesistenti, sempre, a sorpresa, si sono spalancate le porte della Provvidenza, come per l'intervento di un regista invisibile...
L'interpretazione di Pierluigi Tortora è stata fluida e naturale, sapiente perché semplice, dettata dalla felicità di raccontare e dal desiderio di condividere. Ben gestito anche il sottofondo musicale, nella seconda parte della recitazione.
L'attore in tonaca ha utilizzato una scenografia sobria ed essenziale: una sedia, alcune lucette natalizie, una lettera, e, alla fine, un paio di scarpe consumate, perché la vita deve essere spesa, non nell'apatia e nella rassegnazione, ma nel cammino infaticabile sulla strada del bene. Il messaggio del monologo si può certamente riassumere nelle parole del biglietto consegnato a Zi Fonso da uno dei suoi ragazzi, ormai adulto:
“Grazie a te, ho capito cosa significa sorridere,
anche se il mondo sta crollando...
Grazie a te, sono un uomo migliore.”

Carmen Melese
(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 4 Aprile)