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Custodire le reliquie di un amico e di un patrono

 
(facebook.com/parrocchie SS Rocco e Martino/S. Pietro
apostolo falciano del massico)
 

Si vive in un’epoca in cui parlare e discutere su ciò che può anche minimamente lambire la nostra coscienza e le nostre convinzioni di credenti o meno può sembrare un semplice esercizio retorico che solo pochi possono o desiderano affrontare.
Dedicare l’attenzione ad avvenimenti che apparentemente appaiano manifestazioni di puro folklore paesano usati a proposito, al dire di qualcuno, per distrarre l’attenzione del popolo da problemi e drammi di cui la vita quotidiana è piena, può sembrare un mezzo per distrarre l’attenzione delle persone sulla drammaticità del vivere quotidiano.
Considerazioni condivisibili, se ognuno di noi avesse la facoltà di gestire la propria esistenza in solitudine ed avesse l’elisir di lunga vita, ma ognuno di noi vive, anche se non vuole ma ne è costretto, con gli altri che soffrono e gioiscono come lui e sono depositari, come lui, di storie che hanno lasciato il segno anche nell’aria che si respira.
La nostra Italia è il paese dei campanili e delle chiese ed ogni piccolo paese ha la sua chiesa che con semplicità racconta la storia di tutti coloro che hanno vissuto intorno ad essa.
In ogni piccola chiesa di ogni paese ognuno può leggere la sua storia e la storia di chi l’ha preceduto e ne può vivere, se ci si libera da preconcetti e da false fantasie, come la sequenza di un film, la vita di chi è stato in quella chiesa prima di lui.
E se i muri delle nostre chiese potessero parlare con noi ci racconterebbero con i dovuti particolari le sofferenze, le speranze, le gioie, i lutti e tante verità che noi possiamo anche non credere ma che la storia e la tradizione ci ha consegnato come vere e da conservare.
Perché in Falciano del Massico una sua Chiesa è dedicata a San Rocco e Martino vescovo di Tours e lo stesso San Rocco è il patrono del paese?
Se questa domanda, in modo suggestivo, la facessimo ai muri della Chiesetta antica del paese essi ci risponderebbero che in quella Chiesetta, costruita tra il XIV e XV secolo, si era recato tutto il popolo per pregare il Santo “operatore di misericordia” San Rocco, canonizzato nel 1400 dal Conclave di Venezia dopo averla liberata dalla peste, per ottenere la Sua intercessione per liberare il paese dalla pestilenza.
Vi è un dipinto, ora esposto nella nuova Chiesa, commissionato da qualche facoltoso del paese del tempo, su tavola di legno di ottima fattura, anche se non si conosce il suo autore, databile in quegli anni della peste, in cui appare il Santo insieme a San Martino Vescovo di Tours accanto alla Madonna con Bambino.
Un segno visibile e tangibile di perenne riconoscenza ed un inizio di convinta devozione del popolo al suo Santo protettore e patrono.
In un documento databile tra il 1854 e 1857 inviato da parte del parroco della Parrocchia di San Pietro Apostolo di Falciano del Massico al Direttore del Consiglio degli Ospizi del Regno delle Due Sicilie per sollecitare l’approvazione della istituzione della Confraternita “Maria SS. Addolorata e San Rocco”, il parroco di quel tempo sollecitava l’urgenza della concessione per ringraziare il Santo” per la passata epidemia”.
Significa che il Santo è dovuto intervenire, mi si perdona questa infelice espressione, anche in quegli anni e nei precedenti per fermare con la Sua intercessione qualche terribile sciagura di epidemia che infestava il paese ed il territorio.
Nella tradizione e nei racconti di fatti ed avvenimenti che sono diventati parte della storia vissuta del paese, a volte presentati con un pizzico di invenzione e di fantasia, non è mai mancata la presenza benefica del Santo,
Una devozione ed un culto che si è sempre più ravvivato e mai spento.
Don Valentino Simoniello, attuale parroco delle due parrocchie esistenti in Falciano del Massico, memore della storia del popolo che cura come pastore ed interpretando la profonda religiosità dei suoi figli spirituali verso questo Santo ha chiesto al Vescovo di Sessa Aurunca, Mons Orazio Francesco Piazza, che un insigne frammento ex ossibus del Santo posseduto ab immemorabilis dalla Diocesi di Sessa Aurunca fosse traslato a Falciano del Massico e conservato nella Chiesa dedicata a San Rocco e Martino.
Il giorno 16 agosto di quest’anno alle ore 10,30 il Vescovo di Sessa Aurunca Mons. Orazio Francesco Piazza sul sagrato della nuova Chiesa tra un’ala di folla, alla presenza dei rappresentati di tutte le associazioni religiose, del Sindaco e delle autorità civili ha consegnato al Parroco don Valentino Simoniello ed al popolo tutto la sacra reliquia di San Rocco per essere onorata e conservata come viatico di protezione.
Ora il popolo di Falciano del Massico ha la presenza tangibile di qualcosa che è appartenuto a questo Santo “operatore di misericordia” che nel tempo, come si racconta, ha sempre mostrato attenzione alle necessità di tutti coloro che a Lui si sono rivolti e più che mai, ora, questo popolo non può e non deve allentare la sua riconoscenza e la sua amicizia che l’ha sempre a Lui legato.
La Pinacoteca Nazionale dedicata a San Rocco il 16 ottobre 2021, ospitata nei locali del Polo Culturale Ager Falernus in Via San Martino a Monte 10 di Falciano del Massico, frutto di una convenzione tra l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Erasmo Fava e Fratel Costantino De Bellis responsabile dell’Associazione Europea Amici di San Rocco rappresenta un ulteriore segno di amicizia e di riconoscenza che lega il paese al suo Santo patrono.

Giuseppe Toscano
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 9 Settembre)