TEANO

 
Il passato
 
Teano feudale
 
Breve storia feudale di Teano
 
La contea longobarda di Teano e la sua storia è abbastanza ben conosciuta (1).
Nell'843 Landonolfo diventa gastaldo di Teano, verrà assassinato nel 859 in una congiura dalla moglie e dal fratello Landolfo vescovo.
Già nel periodo 849-856 sono conti di Teano Aienardo, nipote di Landonolfo, e Adelgisi e Maginolfo. Nell'879 gastaldo è Pandonolfo altro nipote. Tra l'altro qui si ricorda come nel 980 il conte Atenolfo e sua moglie Ildegarda fondano il monastero di S. Maria de Foris. Nel 986 Landone e Atenolfo, insieme conti di Teano, jure langobardorum, la loro madre Radelgarda e le loro mogli Gervisa e Blatta donano alcune rendite sempre allo stesso monastero benedettino.
Nel 1014 conti sono Pandolfo e Gisulfo, mentre poco tempo dopo nel 1022-26 Pandolfo è conte di Teano e principe di Capua.
Nel 1062 il normanno Riccardo impadronitosi di Capua, incendia la città di Teano.
Secondo la Cronaca della Cava nel 1062 il normanno Giordano, figlio di Riccardo Hauteville principe di Capua, coepit Calenam, Traconi et Tiano a Langobardis et postea Traiectum, Gaetam et castra prope illas de Garillano (2).
Nel 1064 avviene la sottomissione e la conquista di Aquino, Sora ed altre terre, dei conti di Aquino sempre da parte di Giordano. Poco tempo dopo anche Sessa viene infeudata ad un normanno della seconda ondata di emigrazione conosciuto come Riccardo cognomento de Aquila.
Dalla regione della Bassa Normandia e più precisamente dal dipartimento de l'Orne, che prende il nome dal fiume omonimo, come è consuetudine in Francia, proviene Riccardo dell'Aquila, prima conte di Sessa e poi duca di Gaeta (3).
L'Orne confina con i dipartimenti dell'Eure, Eure et Loir, Sarthe, Mayenne, Manche e Calvados, capoluogo dell'Orne è la città di Argentan, centri minori sono L'Aigle, Vimoutiers, Mortagne au Perche, ma in questo dipartimento si trova anche il più noto piccolo centro di Camembert, patria dello squisito formaggio che porta lo stesso nome.
Richardus cognomento de Aquila appartiene alla famiglia de L'Aigle, feudataria della città omonima. Fondatore della dinastia fu Fulbert de Beine, che secondo la tradizione costruì il castello de L'Aigle laddove aveva visto un nido di un'aquila e ne fu il primo barone (4).
Secondo barone de L'Aigle è Engenulf, figlio di Fulbert, che fu compagno d'armi di William il Conquistatore e morì, secondo la testimonianza di Orderico Vitale, nella battaglia di Hastings il 17 ottobre 1066.
Engenulf aveva sposato Richereda della quale non si conosce la famiglia, dal matrimonio erano nati Richerio, terzo signore di L'Aigle, morto il 18 novembre 1085, per mano di un arciere normanno mentre si trovava all'assedio del castello di Santa Susanna nel Maine.
Ancora Orderico Vitale ci informa del matrimonio di Richerio con Judith, figlia di Richard Goz d'Avranches e di sua moglie Emma di Conteville.
Altri figli di Engenulf sono Gilberto, ucciso nel 1092, Roger morto in giovane età nel 1059 e Roberto. Da Richerio e da Judith nascono Gilberto (1061-1118), quarto barone di L'Aigle e poi, per matrimonio con Juliana de Mortagne (1069-1132), conte di Perche. Altri figli di Richerio sono Engenulf, morto senza eredi, Matilde (1078-1130), che sposa Robert de Mowbray, e poi in seconde nozze Nigel d'Aubigny; Riccardo (1070-1112), Emeline che sposa Riccardo de la Ferte-Fresnel.
Il nostro Riccardo cognomento de Aquila, dovrebbe essere quindi un fratello cadetto di Engenulf che come tanti della sua nazione in cerca di migliore fortuna, si dirige verso il regno del sud e verso la città di Capua che da poco tempo è caduta nelle mani di Riccardo di Hauteville.
Dallo stesso dipartimento e da un'altra città di una certa importanza Mortagne au Perche, si noti che la città di L'Aigle fa parte dell'arrondissement di Mortagne, è partito anche un altro cavaliere che noi conosciamo con il nome di Radulfus Molinensis, appartenente alla famiglia che ha la signoria del castrum di Moulins la Marche (5).
Il valoroso conte Raul si fa valere già al fianco di Roberto il Guiscardo e nel 1053 è conosciuto come conte di Boiano. La famiglia si conosce anche con il nome de Molisio, ma non ha nulla a che vedere con questa regione.
Nel 1088 Raul è ancora vivo e insieme alla moglie Emma, il figlio Ugo e i nipoti Ruggiero e Roberto, figli di suo fratello Roberto, donano il castello di Bagno alla chiesa di S. Croce posta in territorio di Isernia.
Tra il giovane Riccardo de l'Aigle e il suo conterraneo Ugo di Moulins ci sono rapporti di vassallaggio o di semplice amicizia solidale di paesani, dal momento che Riccardo quando nel 1107 giura fedeltà all'abate Ottone, promette di conservare illeso lo stato dei beni dell'abbazia, tranne che nel caso che ciò sia incompatibile con il suo rapporto con Ugo de Molisio (6). Nel documento riportato dal Gattola si dice espressamente che la promessa di fedeltà e di difesa delle terre e i beni del convento riguarda tutti excepto si domnus Papa aut princeps Robertus aut comes Ugonem vel Simonem filius eius guerram tibi fecerat.
Quando avviene la partenza di Riccardo de l'Aigle? La sua data di nascita non dovrebbe essere lontana dagli anni quaranta del secolo, quindi se per caso ha partecipato e si è fatto notare nella presa dei castelli di qua e di là del fiume Garigliano, poteva aver circa venti anni o giù di lì.
Lo incontriamo nei documenti per la prima volta nel 1071 quando insieme a Leone e Gerardo consoli di Fondi dona una chiesa all'abbazia di Montecassino (7).
A questa data Riccardo è già un feudatario, piccolo o grande non importa.
Fin dal 1091 Riccardo de Aquila possiede come conte il castello di Pico in territorio di Pontecorvo e dona, con il consenso di Rinaldo Ridello quattro piccoli monasteri a Desiderio, abate di Montecassino (8).
Nel 1091 conte di Teano è ancora un Pandolfo, mentre ai tempi del Catalogus baronum e quindi nei tempi normanni signore di Teano è prima Raele e poi Rao filius Raelis di Aversa.
Nel 1104 si conosce ancora una Altruda figlia del quondam Giovanni conte di Teano. Altra figlia era Sichelgaita vedova di Gregorio conte di Capaccio (9).
Nel 1105 Riccardo de Aquila, divenuto nel frattempo conte di Sessa, diventa duca di Gaeta, scacciandone Guglielmo di Blossaville che aveva tenuto il ducato dal 1103 al 1105.
1105 Richar d'Aquila consul et duc de Gaete, conclure un traité avec Robert fils de Jourdan de Capoue, Guillaume de Blosseville, Leon comte de Fondi et Landenolf comte de Maranula. Tout ces seigneurs s'engageaient à respecter durant leurs guerres, les biens des monastères et des églises. Richard qui reussit l'accroitre ses possessions par l'annexion du comté de Suessano, se maintint jusqu'en 1109, après cette date son nom ne se rencontre plus (10).
Nel 1107 Riccardo dell'Aquila giura fedeltà all'abate Ottone e promette di conservare illeso lo stato dei beni dell'abbazia con le limitazioni di cui si è detto rispetto ad Ugo de Molisio. Tra l'altro Guglielmo di Blossaville ha occupato anche dei territori in Pontecorvo di proprietà dell'abbazia e Riccardo promette di adoperarsi in modo che siano restituiti al monastero.
Nel 1103 Riccardo inizia la costruzione del duomo di Sessa, una delle tre cattedrali di gusto desideriano che termina secondo il Chronicon Suessanum il 14 giugno del 1113.
Muore dopo il 1111 ma prima del mese di febbraio 1115 lasciando la moglie Rangarda, che sposa in seguito Alessandro di Carinola ed i suoi figli minori Andrea, Peregrinus e Goffredo alle prese con le mene dei suoi vicini e del potente abate di Montecassino.
La successione non è semplice, si conosce infatti che nel 1114 a richiesta di Goffredus de Medania signore di Sessa e di Acerra, Giraldo vescovo di Acerra fa diverse donazioni alla chiesa dei SS. Sergio e Bacco, e ancora nel 1118 Goffredo risulta ancora signore di Sessa, Acerra e altri luoghi. In questo anno sono registrate diverse donazioni a S. Lorenzo di Aversa (11).
Rangarda occupa nel 1115 alcuni possedimenti dell'abbazia in territorio di Sessa per vendicarsi degli abitanti di Suio che avevano scacciato gli esattori inviati dal suo secondo marito, rendendosi al monastero di S. Benedetto (12).
Suio già nel 1078 appartiene al monastero di Montecassino, poiché Desiderio concede in questo anno ai suoi abitanti una charta libertatis (13).
Nello stesso 1115 l'abate di Montecassino assedia la città di Sessa contro Rangarda che gli ha tolto il possesso della torre a mare, recuperando le terre invase terras quae ab eadem Rangarda sublatae fuerunt idest curtem S. Jo. Ad currenti, curtem de Lando de Mari, Casam majorem, Laurianam, S. Benedictum de Suessa.
Ma chi è Rangarda? Il nome ce la dice di origine longobarda e di sicuro doveva appartenere ad una famiglia influente e nobile per sposare Riccardo.
Nel Corpus Diplomaticus Cavensis si conosce che nel 1091 Guaimario di Giffoni, figlio di Guidone duca a sua volta figlio del principe Guaimario, dichiara che a suo padre e a sua madre Rangarda figlia di Landone conte di Caiazzo, competevano certe quote di juspatronato nella chiesa di S. Andrea della Lama di Salerno. Niente osta a che si possa identificare questa Rangarda con la nostra.
Rimasta vedova di Guidone, Rangarda sposa Riccardo dell'Aquila, e forse gli porta in dote la possibilità di rivendicare la contea di Sessa. Alla morte del marito, si ritrova ancora giovane, si ricorda come a quel tempo i matrimoni si facevano in età molto precoce. Nel 1061 Ruggiero I d'Altavilla a Mileto sposa Giuditta d'Evreux nata appena nel 1050. Rimasta vedova anche di Riccardo ed essendo nel frattempo morto il primogenito Andrea e forse anche Pellegrino, la contea di Sessa viene concessa ad un altro signore normanno, ma Rangarda, sposa Alessandro di Carinola e con i suoi uomini opera la vendetta contro l'abbazia di Montecassino.
(segue)
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NOTE
(1) Sul periodo vedi Cilento N., Italia meridionale longobarda, 1966, ID., le origini della signoria capuana nella longobardia minore, 1966. Palmieri S., Duchi, principi, vescovi, in AAVV, Longobardi nell'Italia meridionale. Le istituzioni ecclesiastiche, Vita e pensiero, 1996.
(2) La notizia è riportata in varie fonti, per tutte cfr. De Masi T., Memorie istoriche degli aurunci popoli antichissimi dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa raccolte dal signor d. Tommaso de Masi del Pezzo, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino, 1761, p. 94.
(3) Menager I. R., Inventaire des familles normandes et franques emigrées en Italie méridionale et en Sicile, in Roberto il Guiscardo ed il suo tempo. Relazioni e comunicazioni nelle Prime giornate normanno-sveve tenute e a Bari nel maggio 1973, Roma, 1975, p. 321.
(4) Le notizie che seguono sono tratte soprattutto da Orderico Vitale, che si può leggere nella edizione di Chibnall M, The Ecclesiastical History of Orderic Vitalis, 6 vol,, Oxford, Clarendon Press, 1969-80; oppure nella edizione di Migne J. P., Orderici Vitalis Angligenae Coenobii Uticensis monachi, Historiae Ecclesiasticae, libri tresdecim, dans Patrologie Latine, 188, Paris, Garnier, 1890.
(5) Menager I. M., Inventare (..), cit., p. 352.
(6) FEDERICI G. B., Degli antichi duchi e consoli o Ipati della città di Gaeta, Napoli, Vincenzo Flauto, 1791, p. 470. Gattola E., Ad historiam Abbatiae Casinensis Accessiones, Venetiae, apud Sebastianum Coletum, 1735, I, p. 226.
(7) Menager L. R., Inventaire (..), cit., p. 340, da Chron. Cas., III, 39, edit. J. P. Migne, col. 773.
(8) Federici G. B., Degli antichi duchi (..), cit. p. 440.
(9) Broccoli M., I, p. 147.
(10) CHALANDON F., Histoire de la domination normande, Paris, Picard, 1907.
(11) Menager L. R., Inventaire (..), cit., p. 390.
(12) Pietro Diacono, Additio ad Ostiensem, in Hoffmann H., a cura di, Chronica monasterii S. Benedicti Casinensis, MGH, XXIV, Hannover, Hahn, 1980.
(13) Già nel 1040 Ugo figlio di Docibile II duca di Gaeta, risanato a Vallefredda, dona a Richerio abate di Montecassino la metà di Suio e le terre che possedeva nella contea di Sessa, Regesti di Montecassino, II, n. 36, p. 118.
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Nel febbraio del 1117 nella città di Capua, per intervento di Pandolfo, vescovo di Teano, Riccardo figlio di Bartolomeo conte di Carinola, Tommaso di Calvi, e Ugone de Polita, si conferma all'abate Gerardo il castello di Suio così come l'ebbe Riccardo de Aquila e suo figlio Andrea.
Questa notizia ci conferma intanto che a quella data è morto anche Andrea, primogenito di Riccardo de Aquila, del secondo Peregrinus non si ha più notizia.
Nel 1126 Goffredo terzogenito ha già sposato Adelicia figlia di Rao filius Raelis signore di Teano e questo matrimonio ricompensa le perdite territoriali subite.
Nel 1188 secondo Broccoli, conte di Teano è Guglielmo figlio di Giovanni, ma questo si inquadra nelle complesse vicende che riguardano la famiglia di Riccardo dell'Aquila conte di Fondi che perde e riacquista i suoi feudi più volte.
Nel 1212 al tempo della venuta nel regno dell'imperatore Ottone, che assedia Sessa, la quale con il duca Riccardo dell'Aquila è dalla parte del papa e di Costanza, Ottone destituisce Riccardo e concede Sessa, Carinola, Teano, Mondragone, Suio e Maranola in feudo al figlio di Riccardo, Ruggero dell'Aquila.
Pochi anni dopo nel 1220 Federico II confisca i beni di Ruggero dell'Aquila e recupera in demanio regio le città di Sessa, Teano e Mondragone. Federico provvede a restaurare il castello di Teano. Nel 1239 Teano è ancora città regia e Federico concede il suo castello come abitazione di Andrea de Cicala e della sua famiglia (14).
Nel periodo svevo Federico spoglia dei feudi Ruggiero Galluccio, compreso quello che i Galluccio avevano in territorio di Teano, concedendoli al Giustiziere di Terra di Lavoro, Riccardo di Montenero (15).
Dopo la conquista del regno da parte degli angioini Teano già nel 1275 appartiene a Gualtiero d'Aulnay. Gualtiero è uno dei quattro fratelli d'Aulnay che hanno seguito Carlo d'Angiò. A Gualtiero morto poco dopo succede nel possesso di Teano il fratello Gugliemo al quale in una data attorno al 1292 viene concessa anche Carinola e Mondragone. Quest'ultima però in seguito viene concessa all'ammiraglio Siginulfo.
L'accavallarsi delle concessioni è anche dovuta alle continue guerre e alle morti che colpiscono uno dopo l'altro i fratelli d'Aulnay (16).
Il figlio primogenito di Guglielmo di nome Roberto muore in giovane età, ma ha avuto il tempo di sposare Isabella Stendarda vedova di Giacomo di Lagonessa e di avere una figlia di nome Margherita. Nel 1318 Margherita sposa Ludovico Dampierre di Bethunes figlio di Filippo di Fiandra portandogli in dote Teano e Carinola. Alla morte del marito Margherita si risposa con Bertrando del Balzo nel 1331 e poi muore nel 1357.
Il figlio Francesco del Balzo possiede Teano e Carinola e, resosi ribelle, viene sconfitto definitivamente nel 1373. Nel 1360 a Francesco era stata concessa dalla regina Giovanna anche la città di Sessa, ma poi nel corso della guerra nel 1362 Giovanna concede Sessa a Goffredo Marzano.
Nel 1400 Goffredo Marzano, conte di Alife, fratello di Giacomo ha in dono le città di Teano e di Carinola, ma secondo il Pezzulli, il feudo di Teano gli era stato venduto per 15.000 ducati già nel 1370.
Nel 1402 alla morte di Giacomo Marzano, Teano e Carinola sono intestate a Goffredo, mentre a Giovan Antonio rimane il resto del grande feudo dei Marzano. In quello stesso anno Ladislao imprigiona Goffredo e Giovan Antonio spogliandoli dei feudi.
Nel 1417 dopo la morte di Ladislao e la liberazione dalla prigionia si ha la conferma da parte di Giovanna II a Giovan Antonio delle città di Sessa, Teano, Carinola, Marzano, Roccamonfina, Conca, Tora, Marzanello, S. Angelo di Raviscanina e della baronia di Formicola coi castelli di Pontelatone e Sassi. L'anno prima alla morte di Ladislao Giovan Antonio torna in possesso sia dei feudi paterni che di quelli di suo zio Goffredo nel frattempo morto e diventa padrone di un grande stato. Ottiene per esso una riconferma sia nel 1423 che nel 1443.
Giovan Antonio muore nel 1453 e gli succede il figlio Marino, principe di Rossano e conte di Squillace per l'eredita materna della famiglia Ruffo. Marino detiene anche Teano fino al 1464 quando viene imprigionato per la prima congiura dei baroni contro Ferrante.
Dopo la sconfitta di Marino Teano viene ancora mantenuta in demanio regio. Nel 1469 è ancora in demanio, quando ottiene il privilegio concesso da Ferrante di chiamare li vassalli delli casali e ville in la corte della città non ostante che i baroni di detti casali avessero il mero e misto imperio.
Pochi anni dopo nel 1479 Ferrante sposa Giovanna d'Aragona con una dote di 100.000 fiorini e in contemplatione quorum dotium concede alla moglie la città di Teano.
Nel 1495 Teano viene concessa a Giovanni Borgia duca di Gand, fratello del Valentino, ma per la sconfitta dei napoletani e per l'invasione di Carlo VIII, questi la comprende nell'arciducato di Sessa concesso a Gilberto di Montpensier.
In seguito alla conquista del regno da parte degli spagnoli Teano è compresa nel ducato di Sessa concesso al gran Capitano Fernando Gonzalo Aguilar de Corduba. Il Gran Capitano muore nel 1515.
Passa così alla figlia Elvira e da questa per mancanza di eredi diretti, nel 1524 al nipote di questa Consalvo II.
Nel 1531 Consalvo II vende Roccamonfina, Carinola e Mondragone a Luigi Carafa della Marra principe di Stigliano (1511-76).
Il Carafa nel 1544 acquista anche Riardo, nel 1546 Teano, e perfino Sessa nel 1550, ma questa riesce a mettere insieme la somma per il suo riscatto e la presta al duca restando nel possesso degli Aguilar.
Probabilmente anche Teano nel 1546 tenta in qualche modo di acquistare la sua libertà e restare in demanio regio e riesce a mettere insieme la somma di 40.000 ducati chiesti da Consalvo II, almeno questo mi sembra di capire dal Pezzulli, ma poi non riesce ad evitare il fallimento e il vicerè don Pietro di Toledo la vende per 50.000 ducati a Luigi di Stigliano. Nel 1552 Luigi vende Teano per annui ducati 2200, cum pacto redimendi quandocumque a Giovan Battista Ravaschieri per i quali si affitta la città contro un prestito di 22.000 ducati. Il prestito viene risolto e Teano è nella disponibilità di Antonio Carafa, 3° principe di Stigliano, che nel 1577 offre il relevio per il padre e il suo stato comprende anche Teano.
Nel 1579 è compresa nel relevio di Luigi, figlio di Antonio, 4° principe di Stigliano, marito di Isabella Gonzaga e poi passa al figlio di Luigi, che si chiama Antonio, marito di Elena Aldobrandini, nipote di Clemente VIII.
Da questo matrimonio nascono Giuseppe, Onofrio e Anna, e per la morte dei fratelli Anna resta erede infine di un patrimonio immenso. Sposa Ramiro Felipe de Guzman principe di Medina, vicerè, che le costruirà a Posillipo il famoso palazzo detto donn'Anna.
Alla morte di Anna i feudi sono devoluti alla regia corte per mancanza di eredi nel 1689.
Quando muore don Ramiro, la sorella Marianna de Guzman chiede l'investitura dei feudi come erede del fratello. Il 15 marzo del 1690 le viene concessa Carinola, Mondragone e Roccamonfina sua vita durante.
Il re Carlo II non approva però questa transazione anche perchè la famiglia Grillo gli offre 140.000 ducati per Carinola e Mondragone.
Nel 1696 a Marianna è concesso il compenso della somma e per essa le città di Teano e Roccamonfina, mentre Carinola e Mondragone passano a Marcantonio Grillo marchese di Clarafuentes.
Con la conquista del regno da parte degli austriaci, Teano viene concessa col titolo di principato a Philipp Wirich von Daun (1669-1741), il conquistatore di Gaeta nel 1707 e poi anche vicerè nel 1713.
Nel 1725 compare di nuovo donna Melchiorra Velez Ladron, contessa di Ognatte, nipote di donna Marianna Guzman, pretendendo questa la restituzione dei feudi e dopo la sua morte la causa viene proseguita da Giuseppe di Guzman conte di Ognatte suo figlio. La causa viene respinta dalla corte della Sommaria.
Nel 1734 con l'ingresso di Carlo III Teano viene posta sotto sequestro, segue una transazione con il conte di Ognatte mediante la quale vengono concessi un terzo del valore dei feudi di Teano e Roccamonfina e due terzi del valore dei burgensatici, dopo l'apprezzo fatto dal Tavolario Biagio de Lellis nel 1738.
L'apprezzo stabilisce che il valore dei beni feudali è di ducati 143.175, mentre i burgensatici ascendono a 34.316, oltre altri corpi acquistati dal conte Daun per ducati 4.199. In seguito all'apprezzo il conte di Ognatte percepì la rendita suddetta fino al 1750, restando la città in demanio regio.
Carlo III in questo anno, pensando alla costruzione della sua reggia, acquista lo stato di Caserta e concede a Michelangelo Caetani (1685-1759) la città di Teano con il titolo di principato per il valore di ducati 152.000. L'istrumento viene stipulato dal notaio Giovanni Ragucci di Napoli il 29 agosto 1750.
Il Caetani era figlio di Filippo duca di Sermoneta e secondo principe di Caserta, a sua volta figlio di Francesco(1594-1683) che aveva sposato Anna ultima erede dei conti Acquaviva signori di Caserta. Alla morte di Michelangelo gli succede Francesco (1738-1810), secondo principe di Teano, il quale nel 1757 sposa Teresa Corsini, figlia di Filippo principe di Soriano e alla morte di questa, sposa nel 1779 una donna di diseguale condizione di nome Anna Maria Meucci.
A questo punto la feudalità è stata abolita nel regno di Napoli, ma il titolo di principe di Teano viene ancora portato da Enrico (1780-1850), terzo principe di Teano; Michelangelo (1804-82), quarto principe di Teano; Onorato (1842-1917), quinto principe di Teano; Leone (1869-1935), sesto principe di Teano; Onorato (1902-46), settimo e ultimo principe di Teano.
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NOTE
(14) ASN, Ricostruzione angioina, ms. Sicola, I, f. 10v: Andrea de Cicala pro habitatione uxoris et familie concedit rex castrum Theani.
(15) ASN, ms. Sicola, XII, f. 892: 1278 Rogerius de Gallutio litigat cum Thomasa de Montenigro uxore Hugonis de Ablis pro baronia Gallucci et bonis feudalibus in Theano. Fuiano M., Napoli nel medioevo, cit., p. 200: 1239 Riccardo de Montenigro Giustiziere di Terra di Lavoro, sostituito nel 1241 da Gisulfo de Narni (Capecelatro, Storia del regno (..), cit., p. 219), Tommaso de Montenegro Capitano (Ivi, p. 220) Riccardo di Montenegro signore di molti castelli (Ivi, p. 257.
(16) ASN, ms. Sicola, 2, f. 355, 1275 Gualterius de Aneto; BSNSP, ms, Pagano, f. 34v: 1288 Gulielmo de Alneto cons. et fam. Roberto filius Gualteriii cui rex Carolus concessit terram Theani pro unc. 200 ann. ms. Sicola , 3, f. 122: 1295 Gulielmus de Alneto miles dominus Theani et Caleni et Thomasius de Presenzano eius feudatarius. Ms. Pagano, f. 192: Gulielmus de Alneto dominus Thean.

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 11 Novembre e n. 12 Dicembre)