TEANO

 
Personalità da ricordare
 
Stefano DELLE CHIAIE (24 aprile 1794 - † 22 luglio 1860)
 
NON DIMENTICHIAMO STEFANO DELLE CHIAIE
 

Nel restauro della chiesa napoletana di S. Maria Maggiore è stato rimosso
il monumento sepolcrale del grande naturalista. Perché non portarlo a Teano?

 

Stefano Delle Chiaie nato a Teano nel 1794 da famiglia originaria di Presenzano, è tra i pochi teanesi illustri a non essere stato dimenticato. Al suo nome fu intitolata la Scuola di Avviamento Professionale, poi divenuta scuola media unificata negli anni Sessanta del secolo scorso. Nerl 1914 il Seminario vescovile dedicò a tanto allievo, EUROPÆ TOTIUS DECORI AC LUMINI, un’elegante epigrafe latina composta dal can. Raffaele Boragine. l Comune gli eresse nel 1926 sulla facciata dell’ospedale, non lontano dalla casa dei Delle Chiaie, un medaglione bronzeo, opera dello scultore De Luca, con una concisa epigrafe dettata dal senatore Francesco Torraca.
A Napoli, dove si spense il 22 luglio 1860, ebbe degna sepoltura nella chiesa di S. Maria Maggiore, detta della Pietrasanta, sita nei pressi della Cappella Pontano. Nella terza cappella del lato sinistro il figlio Pasquale gli innalzò un busto in marmo con l’epitafio:
AL SOMMO NATURALISTA / AL ZOOTOMO NAPOLETANO / CUI DUE MARI APRIRONO I LORO TESORI / E FLORA LE SUE BELLEZZE / E L’UMANITÀ I SUOI MALI / A STEFANO DELLE CHIAIE / DELLA NOSTRA UNIVERSITÀ PRIMO ORNAMENTO / IL DOLENTE FIGLIO PASQUALE PONEVA
La stessa sorte del Delle Chiaie non ebbero altri illustri teanesi. A Ludovico Abenavolo nell’Ottocento era intitolato il Corso, ma il suo nome dovette poi far posto a quello del Padre della Patria. Il Grammatico Sidicino, Giovanni Antonio Petrucci e tanti altri, che pur tanto lustro dettero alla città natale, sono stati completamente dimenticati. Al Tansillo fu riservato, nella toponomastica cittadina, il vicoletto attiguo alla chiesa dell’Annunziata dove fu sepolto; solo nel 2001 ebbe il maggior riguardo di vedersi intitolata la biblioteca comunale. A Erchemperto, nato a Castel Pilano presso Conca della Campania da padre teanese, è toccato unicamente il modesto omaggio della nostra associazione.
Il tributo d’onore che Teano seppe dare al Delle Chiaie rischia però di dissolversi. Già nel 1943 le bombe americane mandarono in pezzi l’epigrafe posta nell’androne del seminario e di quei resti s’è persa ogni traccia. La “sua” scuola media è stata fusa nel 2000 in unico istituto con l’altra scuola media intitolata al professor Vincenzo Laurenza, originario di S. Marco, e l’unica scuola media risultante viene comunemente chiamata “Laurenza”. Di Stefano Delle Chiaie resta dunque a Teano solo il medaglione sulla facciata dell’ospedale, per ora non ancora interessata dai lavori in atto. Speriamo che se la cavi!
Al buon Delle Chiaie è toccata infine l’amara sorte di assistere da lassù, dove speriamo sia nella vera Gloria, allo smantellamento del suo monumento funebre. La chiesa di S. Maria Maggiore è stata da pochi anni restaurata e in occasione dei lavori (chissà se è giusto definirli di restauro) è stata completamente “ripulita” da ogni ingombro e trionfalmente restituita agli originari volumi.. Dovetti dolorosamente scoprirlo in uno dei miei periodici pellegrinaggi nelle chiese di Napoli, in visita ai sepolcri dei nostri Padri: Antonello Centonze, Antonello Petrucci, i Barattucci, Mons. Cirillo, ecc. Altari, monumenti e decorazioni che avevano arricchito nel tempo la chiesa della Pietrasanta, evidentemente furono considerati di troppo dagli autori del restauro e rimossi, come per affermare che una chiesa deve essere immutabile nei secoli, come la dottrina.
Il monumento sepolcrale, posto dal “dolente figlio” nella terza cappella a sinistra della bella chiesa napoletana, sarà finito in qualche deposito o in qualche oscuro sacello, certamente in luogo meno degno e solenne di quello dove fu eretto. Sarebbe il caso che Teano ne rivendicasse la traslazione, magari nella cattedrale che il nostro Stefano frequentò assiduamente da seminarista.

Guido Zarone
(da il Sidicino - Anno I 2004 - n. 1 - Gennaio)

 

Ricordiamo, tra i suoi innumerevoli scritti:

  • Memorie sulla storia e notomia degli animali senza vertebre del Regno di Napoli - Stamperia dè Fratelli Fernandes (Napoli) - 1823
  • Memorie sul Ciclamino Poliano - Stamperia dè Fratelli Fernandes (Napoli) - 1823.
  • Iconografia ed uso delle piante medicali o sia trattato di farmacologia vegetale - Stamperia della Società Tipografica (Napoli) - 1824.
  • Compendio di elmintografia umana compilato da Stefano Delle Chiaie - Società Tipografica (Napoli) - Prima edizione del 1825.
  • Descrizione zoologica ed anatomica di alcune specie di oloturie. Memorie del socio ordinario Stefano Delle Chiaie letta nella seduta accademica de' 4 gennaio 1823 - Napoli - 1828.
  • Osservazioni sulla struttura della epidermide umana. Memoria del socio ordinario Stefano Delle Chiaie letta nella tornata accademica de' 5 luglio 1827 - Napoli - 1828.
  • Su la notomia e la classificazione del Sifunculo nudo di Linneo. Memoria del socio ordinario Stefano Delle Chiaie letta nella tornata accademica de' 7 novembre 1822 - Napoli - 1828.
  • Compendio di elmintografia umana compilato da Stefano Delle Chiaie - Stamperia e Cartiera del Fibreno (Napoli) - Seconda edizione del 1833.
  • Enchiridio di tossicologia teorico-pratica compilato da Stefano Delle Chiaie - Torchi del Tramater (Napoli) - 1835.
  • Flora medica ossia descrizioni e figure colorite delle piante più usate nella farmacopea napolitana ad uso de' medici, chirurghi, farmacisti, droghieri ed erbolari del Regno di Napoli per ordine del protomedico generale comm.e Salvatore Maria Ronchi compilata dal dott. Stefano Delle Chiaie - Stamperia e Cartiera del Fibreno (NA) - 1835.
  • Istituzione di anatomie comparate - Tomi I e II - Dai Tipi di Giuseppe Azzolino e Comp. (Napoli) - Seconda edizione del 1836.
  • Osservazioni anatomiche su l'occhio umano fatte da Stefano Delle Chiaie - Napoli - 1838.
  • Osservazioni anatomiche e fisiologiche su' molluschi del cono rustico e della ciprèa pero, dal socio corrispondente Stefano Delle Chiaie - Stamperia Reale (Napoli) - 1839.
  • Elmintografia umana ossia trattato intorno agli entozoi ed a' morbi verminosi compilato da Stefano Delle Chiaie - Stamperia e Cartiera del Fibreno (NA) - Quarta edizione del 1844.
  • Annotazioni zootomico-fisiologiche sopra i rettili. Lettera del prof. Stefano Delle Chiaie - Milano - 1847
  • Elmintografia umana ossia trattato intorno agli entozoi ed a' morbi verminosi scritto da Stefano Delle Chiaie - Stampa del Vaglio (Napoli) - 1856.
  • Fauna, Flora, Orittognosia medica - Volume I e II.
  • Miscellanea anatomico-patologica - Volume I, II e III.
  • Trattato di farmacologia - Volumi I e II.
 
Ritrovata la tomba di Stefano Delle Chiaie
 
Nei sotterranei della chiesa di S. Maria Maggiore in Napoli, devastata dalla guerra e restituita al culto solo nel 2007, un gruppo di esperti guidato dalla paleopatologa prof. Marielva Torino ha rinvenuto il feretro del grande scienziato teanese, depostovi nel 1860 con la toga accademica.
 

Venerdì 4 aprile, nella chiesa di S. Maria Maggiore o della Pietrasanta, nel corso di un convegno su S. Francesco Caracciolo, la professoressa Marielva Torino, al termine della sua relazione sulle memorie storico-artistiche della chiesa e sulla presenza dei Caracciolini, annuncia di aver rinvenuto nei sotterranei del tempio i resti mortali di Stefano delle Chiaie, deposti nell'ipogeo della prima cappella sul lato sinistro e ancora rivestiti della toga accademica.
Che il grande naturalista fosse sepolto alla Pietrasanta era noto ed era altrettanto noto che il figlio Pasquale gli eresse un monumento nell'angolo destro della cappella, con l'epigrafe poi rinvenuta e il busto marmoreo del Citarella andato purtroppo perduto. Ma la vasta suberba basilica pomponiana, nella quale officiarono S. Francesco Caracciolo e i suoi Chierici Regolari Minori ai tempi della fondazione della Congregazione, subì gravi danni in ripetuti bombardamenti aerei, con il crollo della maestosa cupola, la più alta di tutte le chiese di Napoli, ed ancor maggiori danni subì a causa del protrarsi di un interminabile restauro, durato ben 63 anni. Un periodo tanto lungo da indurre a un certo punto la Curia Arcivescovile di Napoli, nell'impossibilità di recuperare in tempi ragionevoli l'edificio, a chiedere di poter abbattere le strutture danneggiate e costruire una nuova chiesa nelle periferie urbane.
In tutto questo tempo, praticamente quasi l'arco di una vita, la chiesa rimase esposta alle intemperie e soprattutto alle continue incursioni degli immancabili predatori che asportarono di tutto, anche i pregevoli marmi dell'altare maggiore. Del monumento al nostro Stefano rimase solo il cippo con l'epigrafe molto danneggiata; della sepoltura nessuna traccia.
Ora finalmente il prezioso deposito è stato rinvenuto. Il merito della scoperta va tutto alla professoressa Marielva Torino, ben nota ai nostri lettori per essere stata ammiratissima relatrice al convegno su Stefano Delle Chiaie organizzato dall'Associazione "Erchemperto" nel giugno dello scorso anno a Teano. A capo di un'équipe di esperti e con la fattiva collaborazione del rettore della chiesa Mons. Vincenzo De Gregorio, la professoressa Torino ha esplorato lungamente i sotterranei del tempio fino a quando si è imbattuta nel feretro di un cadavere appartenuto a un uomo di età matura deposto con la toga accademica. Ulteriori indagini, condotte con la sua sperimentata competenza di valente paleopatologa, hanno confermato l'appartenenza del cadavere al grande Teanese.
La notizia ci riempie di piacere perché potremo finalmente onorare la tomba di uno dei più grandi figli di Teano e attribuisce all'Associazione "Erchemperto" il giusto merito di aver fatto degnamente rivivere, con le iniziative dello scorso anno, la memoria di Stefano delle Chiaie.

Guido Zarone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 05 Maggio)


Nacque a Teano il 24 aprile 1794 e compì i primi studi nel seminario della sua città natale. In Napoli attese allo studio delle scienze mediche ed in breve si fece conoscere in modo che il Folinea gli affidò l’ordinamento del nascente museo di anatomia patologica, di cui dopo non molto divenne direttore. Appartenne a molte accademie: Cesarea di osca, alla Leopoldo Carolina di Dresda, alla medico-botanica di Lisbona, alla storico-naturale di Parigi. Fu naturalista celebre e medico primario, professore di botanica e di materia medica; e meritò l’omaggio e le visite degli stessi sovrani, quali il re di Portogallo e l’imperatore della Russia; dove, come ricorda il Villari L.A. - I tempi, la vita, i costumi, gli amici ecc. di F. S. Arabia, pag. 64 – occupò la cattedra di scienze. Numerose sono le pubblicazioni ch’egli fece e cominciò sin da giovine. Nel 1819 stampò l’elogio storico di Bruto Amantea; nel 1821 quello di Michele Ferraro; nel 1822 le necrologie di membri dell’Istituto d’Incoraggiamento, di cui fu in seguito segretario. Proseguì l’opera intrapresa, sui testacei delle due Sicilie, da Giuseppe Poli, che nel 1825, morendo gliene affidò il compimento. Nel 1830 meritò il plauso di tutti i dotti con la storia e notomia degli invertebrati del Regno di Napoli in 4 grossi volumi. Sono anche lavori suoi Fauna, Flora, Orittognosia medica, vol. 2 con 150 tavole, 1857; Istituzioni di anatomia vol. 3 1858; Trattato di Farmacologia vol.2; Enchiridion di Tossicologia, con relativo atlante 1857; Elmintografia umana, di cui si fecero 5 edizioni; opuscoli fisici; Miscellanea anatomica-patologica v.3. La sua profonda produzione scientifica non solo onora la Provincia e la Nazione, ma tutto il mondo civile.
Minichini Domenico - "Elogio storico del cav. Stefano Delle Chiaie",