TEANO
 
Territorio e attività
 
Centro storico ed interventi edilizi
 
La Casina
 
Piazza Umberto I e la Casina
La costituzione del Comitato
Gli interventi, sulle pagine del “Sidicino”, in difesa della “Casina” e per un coinvolgimento collettivo in scelte che incidono sull’assetto urbanistico della città e del suo centro storico, sono stati anticipatori  di un senso comune, un  sentire collettivo che, con toni forti e accorati,  un lettore  del  periodico ha tradotto nella richiesta dell’avvio di una petizione popolare e di un movimento in difesa di un luogo  della memoria, il “Topos” per antonomasia sidicino; teatro, tra l’altro, della raccolta e deportazione nazifascista di tutti gli uomini validi teanesi, nella mattinata del 23 settembre 1943,  durante l’ultimo conflitto, episodio ancora vivo e lacerante nella memoria dei nostri padri e delle nostre madri.
Ne è sortita la creazione di un Comitato Civico, aperto alla partecipazione di tutti, senza coloriture partitiche e che supera e va oltre le appartenenze politiche.
Le motivazioni - gli intenti

Gli intenti non sono, logicamente, di contrapposizione politica ma, esclusivamente, di rappresentanza di una visione culturale che privilegia la conservazione e il restauro, nel momento in cui si interviene, con il progetto comunale di “Riqualificazione di Piazza Umberto I” ex L.R. n. 26/ 2002, che prevede  la  demolizione della “Casina” e il rifacimento della pavimentazione, su parte del tessuto connettivo del nostro centro storico, che non è un mero spazio fisico, ma emblema e anima di un territorio e di una popolazione, testimone d’avvenimenti e  tradizioni secolari.
Rappresentanza e legittimazione di parte, di fronte non ad ipotesi o ad idee progettuali, ma ad atti compiuti.
Atti che sembrano riproporre, in una comunità come la nostra, ove il dibattito culturale e il confronto e lo “scontro” d’idee e posizioni non trova terreno fertile e languisce, iniziative ed esiti come quelli che hanno portato, ad onta delle pur condivisibili ed encomiabili motivazioni dei promotori, alla realizzazione del monumento a ricordo dell’incontro del XXVI ottobre, che sulle pagine dei quotidiani nazionali (penso agli articoli di Vittorio Zucconi) hanno procurato alla nostra città scherno e derisione.
Perché, se è vero che la legittimità di un progetto è data dall’affidamento pubblico,  il percorso deve prevedere il coinvolgimento della comunità sulle scelte da operare (democrazia partecipata / urbanistica condivisa).
Di più, atti e scelte di tale complessità e importanza, vanno definite attraverso il meccanismo del “concorso d’idee”.
L’armonica sistemazione ottocentesca di Piazza Umberto I, e il perfetto equilibrio architettonico e scenografico, voluto e raggiunto dal progettista,  con la ricreazione lignea dell’arco, realizzata con una felice scelta dall’arch. Mimmo Lerro, in occasione della 1^ edizione  di “Teano Jazz”, è  oggi immediatamente ravvisabile ed intelligibile.
Arco, in origine  d’accesso all’area del Castello,   di divisione tra la parte nobile e privata del “Palazzo magnifico” e la piazza “teatro”  pubblica,  distrutto da  una scelta solitaria  (more solito !) e  scriteriata di un politico negli anni 50.
 Da lì, dalla ricostruzione dell’arco e dal restauro della “Casina”, con logico adeguamento funzionale, si doveva ripartire, per intervenire a salvaguardia  del nostro patrimonio culturale  e per la sua valorizzazione.
Con il progetto in parola, invece, quell’armonia e quell’equilibrio saranno irrimediabilmente compromessi, senza ottenere neppure la “maggiore visibilità” che il progetto enfatizza, (tra l’altro di un fianco e non della facciata) del ”Palazzo magnifico” e, di converso,  del museo archeologico di cui è sede, visibilità che passa, invece, per le attività svolte e le iniziative scientifiche promosse, le sole che danno lustro e prestigio.
Il comitato  è portavoce  di una visione che, senza integralismi e ortodossie di sorta, non prevede alcuna fossilizzazione o musealizzazione del centro storico, considera  il bene culturale come patrimonio fisico e relazionale in grado di identificare un territorio e una comunità e che, senza dover per questo  riandare alla “Carta di Venezia” o alle teorie di C. Brandi, ritiene i vari elementi costitutivi di un complesso architettonico, anche se insignificanti a sé stante,  inscindibili  dell’unità creativa, e, inoltre, l’ambiente  urbano e il contesto paesaggistico parte integrante  ed essenziale
Reputa, senza adesioni o abiure  preconcette, la previsione e la realizzazione d’opere d’architettura moderna all’interno di contesti storici,  con il confronto tra vecchio e nuovo, antico e moderno, dialettica imprescindibile per la crescita qualitativa del tessuto urbano e la tutela del patrimonio architettonico.
Ma, mentre a livello  nazionale il dibattito, che sui vari progetti d’artisti dello spessore di Meier, Botta, Isozaki, Niemejer e altri,  verte su ideazioni d’opere che s’innestano a fianco del vecchio in contesti classici, e pongono “a confronto dialettico” opere classiche e nuove, qui a Teano siamo alle prese, invece, non di un confronto, ma all’alterazione e alla  mera sostituzione del vecchio col nuovo.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 10 Ottobre)